Copertina 7

Info

Anno di uscita:2006
Durata:45 min.
Etichetta:Autoprodotto

Tracklist

  1. LOVE IN CHAINS
  2. TEARS DON'T SAY GOODBYE
  3. LOST IN THE RAIN
  4. STRANGER IN A LONELY TOWN
  5. F.BARESI (THE CAPTAIN)
  6. LOVE IS SOMETHING CRAZY
  7. BE MINE TONIGHT
  8. TAKE MY HEART
  9. PIZZA, MAFIA E MANDOLINO
  10. UNDER THE SKY

Line up

  • Guido Priori: vocals
  • Paolo Morbini: drums
  • Marco Andreasi: guitar
  • Adalberto Rizzoli: bass
  • Stefano Andreasi: keyboards

Voto medio utenti

Ero davvero curioso di ascoltare questo lavoro dei My Land per due ragioni principali: innanzi tutto perché non è molto comune trovare un gruppo italico che decida di dedicarsi ad un genere come l'AOR autoctono, dalle nostre parti non troppo "fortunato" e poi - e non me ne vogliano gli altri peraltro ottimi musicisti della band lombarda - per la presenza al microfono di quel Guido Priori, che mi aveva impressionato positivamente nel difficile cimento del demo-tributo ai fondamentali Journey e che attendevo con una certa impazienza alla "prova del fuoco" dell'esibizione con composizioni originali.
Ebbene, diciamo subito che il test è da considerarsi completamente superato, Guido offre una prova di spessore per capacità tecniche ed "emotive", con quello "spirito" Journey-esque (la cui conservazione era stata da me auspicata in sede di recensione del già citato atto "ossequioso" consumato nei confronti di Steve Perry & C.) trasfusosi anche in questi My Land, affiancato ad influenze musicali che chiamano in causa anche altre due bands nodali di queste coordinate sonore come i Toto (soprattutto) e i Survivor.
Un'ispirazione tangibile che evita suoni pesantemente derivativi e qui non si può che elogiare anche il lavoro di Paolo Morbini (Eva, Exilia, Brunorock, ...), mente operativa del gruppo, oltre che abile e "navigato" batterista (accreditato di circa 1700 performaces live).
Con la prima traccia, "Love in chains", i My Land danno immediatamente un'immagine imponente delle loro capacità, certificando in modo significativo anche le doti di Marco Andreasi, un chitarrista dal gusto ritmico impeccabile e capace di progressioni soliste di considerevole spessore tecnico e passionale.
"Tears don't say goodbye", con un'ottima prova collettiva e la menzione doverosa, questa volta, per le tastiere di Stefano Andreasi (bello il breve solo d'ispirazione jazz/fusion), lascia il posto alla deliziosa "Lost in the rain" e alle sue tenui ambientazioni latin-funky e alle bellissime costruzioni melodiche di "Stranger in a lonely town" e di "Take my heart" (eccellenti, con la seconda da segnalare anche per la sua soddisfacente fantasia compositiva).
"The time is over" comprende anche due numeri esclusivamente strumentali a dimostrazione ulteriore delle virtù esecutive dei nostri e se il primo, "F. Baresi (the captain)", appare gradevole nella sua linea musicale ariosa, contrappuntata dal basso di Adalberto Rizzoli, il secondo, "Pizza, mafia e mandolino", piace ancor di più per competenza ed incisività melodica.
Chiusura riservata al romantico "Under the sky", un brano acustico che vede Guido e Marco come veri ed ispirati protagonisti.
Il disco è quindi veramente apprezzabile e se un appunto può essergli mosso, riguarda solamente qualche piccola imprecisione nelle armonizzazioni vocali (nel genere alquanto importanti), che non sempre interagiscono tra loro e con il resto delle strutture musicali in modo assolutamente "accordato", come accade talvolta in "Love is something crazy" e "Be mine tonight" (ma qualche accenno a queste incertezze è riscontrabile anche altrove), tracce in ogni modo valutabili complessivamente in maniera piuttosto positiva.
Per quanto mi riguarda i My Land meritano di sicuro un'importante possibilità di diffusione discografica ad ampio spettro (meglio ancora se con un lieve ritocco rivolto ai "peccatucci veniali" appena descritti), per cui abbiamo "solo" bisogno, arrivati a questo punto, di una label accorta, che voglia "rischiare" con una band italiana veramente brava nell'interpretazione genuina e pertinente degli stilemi del migliore "hard-rock radiofonico" yankee ... l'appello è lanciato, speriamo che la risposta non si faccia attendere!

P.S. la band è attualmente al lavoro sul brano "Broken dreams" che andrà a costituire l'undicesima traccia del disco e che dovrebbe prevedere la presenza di alcuni special guests...
Recensione a cura di Marco Aimasso

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