Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:60 min.
Etichetta:Shadow Records
Distribuzione:Regain Records

Tracklist

  1. THE AWAKENING AND THE ASCENSION
  2. THE GOLDEN
  3. GNOTHI SEAUTON
  4. INTO THE WILD
  5. COMMUNION AMID THE GRAVES
  6. DREAMS FROM AN ANCIENT MIND PT I
  7. DREAMS FROM AN ANCIENT MIND PT II
  8. THE TERRAIN OF MOLOCH

Line up

  • F. Sundgren: bass
  • I. Carlsson: drums
  • E. Kjönsberg: guitars
  • T. Fongelius: guitars, vocals

Voto medio utenti

Se dovessimo stilare un elenco di quante band, svedesi e non, sono state influenzate dai maestri Dissection, credo che non finiremmo mai e mai avremmo un numero preciso.
Il melodic black metal, o blackened death metal chiamatelo come volete, del compianto Jon Nödtveidt ha avuto e continua ad avere una influenza enorme su tutta la scena estrema mondiale e se ancora oggi, a tanti anni di distanza dai grandi capolavori del gruppo, esiste ancora chi cerca di imitarli o, semplicemente di seguirli, vorrà pure dire qualcosa.

Perché questa bella introduzione?

Semplice, i Voodus, gruppo svedese di Kungälv formatosi nel 2004 con il monicker di Jormundgand prima di cambiarlo con l'attuale tre anni fa, sono l'ennesimo progetto cresciuto con il poster di "Storm of the Light's Bane" o con quello di "The Somberlain" in camera.
La vicinanza della musica del quartetto con quella dei Dissection è, spesso, quasi imbarazzante ("Communion Amid the Graves", "Dreams From An Ancient Mind Pt II" per esempio...) ed in ogni caso il loro amore per quel tipo così oscuro, mistico, melodico di black metal appare evidentissimo durante l'ora di durata di questo "Into the Wild", esordio di lunga durata per i Nostri.
Non che tutto questo sia un male, chiariamolo subito.
I Voodus, infatti, forti di una tecnica strumentale di tutto rispetto, decisamente sopra la media del genere, incidono una serie di pezzi, lunghi ed articolati (l'ultimo, bellissimo, "The Terrain of Moloch" sfiora i 15 minuti), assolutamente deliziosi, ricchi di trovate melodiche di spessore per quanto gelide fino al midollo, con una evidente tendenza (ovviamente visti i riferimenti...) al metal "classico" e devoti in tutto e per tutto a Satana grazie a quella patina maligna che gli intrecci delle chitarre e le vocals rabbiose sono in grado di stendere su tutto un disco davvero piacevole da ascoltare e di fronte al quale è difficile restare impassibili.
Certo, i Voodus non sono innovatori ed aderiscono al genere in tutto e per tutto rinunciando, credo, ad inserire nelle composizioni una personalità più marcata, ma quando, come nel loro caso, si ama un tipo di musica si fa di tutto per "compiacerla" e per seguirne sentieri ed insegnamenti, cosa questa che non comporta, automaticamente, la buona riuscita di un album come invece accade per "Into the Wild", capace di far scorrere gelidi brividi di piacere lungo la schiena e di rimarcare come la Svezia resti un paese di riferimento per un certo modo di suonare black metal.
Se, dunque, siete nostalgici dei Dissection che furono e cercate qualcuno in grado di farne rivivere soprattutto la componente melodica, allora i Voodus faranno al vostro caso e scoprirete, ascolto dopo ascolto, che "Into the Wild" è un album da manuale del genere che va supportato perché, in fondo, sincero e creato con il cuore.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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