Copertina 7,5

Info

Genere:Guitar Hero
Anno di uscita:2018
Durata:29 min.
Etichetta:Red Cat Records

Tracklist

  1. BUTLER’S REVENGE
  2. BADLANDS
  3. FALLEN ANGEL
  4. RE MARZAPANE
  5. DREAMLOVER
  6. TRISTAM FIRELAND
  7. RAMSHACKLE BLUES
  8. ECLIPSE (WHITE HORSE)

Line up

  • Albert Marshall: guitar
  • Simon Dredo: bass
  • Denzy Novello: drums

Voto medio utenti

Premessa: per analizzare compiutamente il disco di un "guitar hero" bisognerebbe essere un chitarrista, altrimenti si rischia solo di dire delle cazzate dal punto di vista puramente tecnico

Ciò premesso ed avendo il sottoscritto suonato un po' questo strumento tempo fa, mi sento pronto per "giudicare" il prodotto in questione, vale a dire il disco d'esordio di questo talentuoso musicista sconosciuto ai più che ha fatto parte degli X-Ray Life, esibendosi nel 2016 di spalla ai Blind Guardian a Kiev con gli Altair.

Affiancato da Roberto Gualdi, già batterista per PFM e Glenn Hughes, dal bassista Simon Dredo, collaboratore di Adam Bomb e Alex De Rosso e da Mark Boals, voce per Malmsteen e altri, Marshall da alle stampe un vero album di METAL nella sua accezione più ampia.

In "Speakeasy" troverete tutto quello che si può cercare in un album metal scritto da un chitarrista metal e cioè grande tecnica esecutiva (Marshall è un virtuoso ma mai funambolico fine a stesso, la sua tecnica è al servizio della forma canzone), riff potenti che alternano melodia a sferzate heavy, esecuzione impeccabile da parte dei musicisti coinvolti ma soprattutto una inaspettata varietà nel songwriting.

Se infatti " Butlers Revenge " inizia con un riff in crescendo che ricorda "Hangar 18" dei Megadeth, "Badlands" si muove su dinamiche più tranquille e melodiche sulle quali si erge il lungo solo di chitarra, "Fallen Angel" è il primo brano non strumentale ed è uno dei migliori, e come sentire un novello Satriani (" Re Marzapane") che riesce a miscelare le diverse influenze mutuate dal metal classico, da quello power-epic per finire a quello neoclassico anche se qui siamo lontani dallo sciorinismo alla Malmsteen.

Il tocco di Marshall è si "classico" ma il suo classicismo è freschezza ed energia esecutiva, non velocità della luce, gusto per le melodie semplici, mai banali e uso sapiente degli effetti (wah wah e riverberi in "Dreamlover"), "Tristam Fireland" è l'altro pezzo cantato da Mark Boals che si muove su un rifframa alla Maiden, " Ramshake Blues" è un pezzo cadenzato con una tecnica che alterna tapping e twin guitars con ampio uso della leva del tremolo, mentre "Eclipse" è un brevissimo strumentale arpeggiato dal ritmo sognante col finale a sfumare, non si capisce bene il significato di tale pezzo, che poteva essere sviluppato meglio e più lungamente...sembra un riempitivo buttato li, peccato.

Al di là di questo episodio, il disco è ottimo e non stanca pur essendo prevalentemente strumentale, l'ascolto è vivamente consigliato.
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.