Copertina 5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:58 min.
Etichetta:Rock Of Angel Records

Tracklist

  1. CONSUMING THE MANA
  2. THE ALIEN
  3. UNWORTHY
  4. SOUL SEARCHER
  5. SUN DRAGON
  6. TRASCENDING
  7. LET ALL DESPAIR
  8. IN THE DARKNESS
  9. SPIRIT OF MAN
  10. TIME TRAVELER
  11. THE GOD OF WAR
  12. YOU KNOW MY NAME

Line up

  • Freddie Vidales: guitar, bass
  • Matt Barlow: vocals
  • Van Williams: drums

Voto medio utenti

Sono legatissimo a Matt Barlow, si può tranquillamente parlare di amore musicale, e non lo ringrazierò mai abbastanza per quello che, assieme a Shaffer, è riuscito a creare con gli Iced Earth. È vero, quel tempo è finito da un pezzo, tuttavia, a persone a cui vuoi musicalmente un gran bene, puoi perdonare anche vaccate come questo "Well of Souls", secondo album degli Ashes of Ares.

Perché questo disco nuovo non mi è piaciuto?

Beh, tra i componenti abbiamo, oltre a Matt, un altro ex-Iced Earth, Freddie Vidales , che si occupa di scrivere la musica, suonare il basso e la chitarra -e sembra ben dotato anche in fase solista-, mentre dietro ai tamburi siede la belva ex-Nevermore, Van Williams.

Ora, può un team di ottimi musicisti partorire un disco brutto? Certo, e Well of Souls ne è la prova.
Il secondo disco degli Ashes of Ares è un mix malriuscito di Nevermore, Sanctuary, Iced Earth (e fin qui...), quello che non funziona è un songwriting eccessivamente elaborato -si badi, non complesso- che rende le canzoni di non facile assimilazione; non ci sono grandi riff, non c'è una spinta, una carica tangibile e anche le ballad sono noiose.
Ma come? Anche le ballad? Nonostante la voce di Barlow?
Ebbene sì. Matt non ha perso un grammo della sua abilità canora, quello che non riesce a fare è creare linee melodiche efficaci, strofe metricamente calzanti con la arzigogolata musica e, anche nei momenti meno energici, quando la sua voce dovrebbe spiccare, non tocca le corde giuste. Il suo cantato è sempre fastidiosamente doppiato da un'altra traccia molto acuta, ma un po' tutte le sue parti sono stratificate e la cosa fa perdere espressività e mordente. Tutto questo, lo ricordo, su una musica che già convince poco, che cerca di trovare un'ideale via tra la forza del thrash, la complessità tech ed il classico US metal. Non riuscendoci.
Mi dispiace di brutto ma non trovo nulla di interessante in questo disco.
Spero, un giorno, di risentire la potenza e la duttilità di Matt sfruttate a dovere, su un nuovo album da ricordare.
Max Pezzali/Mauro Repetto ha scritto precedentemente:

...e poi mi ritrovo a scrivere chilometri di lettere, sperando di vederti ancora qui
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 nov 2018 alle 11:11

troppa toba buona ultimamente, doveva capitare un disco "no" :D

Inserito il 10 nov 2018 alle 19:04

Adesso ti riconosco!!! Un bel 5... :D

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