Copertina 6

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:54 min.
Etichetta:No Remorse Records

Tracklist

  1. THE TEMPLE OF R'LYEH
  2. ARCHITECTS OF EVIL
  3. ROSE RED
  4. GOLDEN OWL
  5. TO GLORY WE MARCH
  6. SWORD OF THE GUARDIAN
  7. ORDER OF CHARITY
  8. LAMIAS CALL

Line up

  • Chris Tsakiropoulos: guitars
  • Nick Markoutsakis: bass
  • Antonis Vailas: vocals
  • Apostolos Papadimitriou: guitars
  • Maelstrom: drums

Voto medio utenti

Questa interessante band greca giunge al secondo full length dopo un paio di anni di silenzio.

Perché band interessante?
Perché la musica proposta è un mix di classid/power/ epic metal che potrà soddisfare fans dei Manowar (a cui Antonis Vailas si ispira) come dei Judas Priest (anche Halford è fonte di ispirazione per il singer) e questo potrà garantire loro un certo riscontro.

Purtroppo però, a mio parere, questo "valore aggiunto" è diventato un'arma a doppio taglio in quanto se da un lato la proposta è interessante e pure portata avanti con discrete capacità esecutive, dall'altro il risultato finale rischia di essere troppo confusionario perlomeno ad un primo ascolto.

Prendete l'opener "The Tempie Of R-lyeh", inizia con riff techno-thrash, poi diventa classic metal, il bridge centrale non si capisce se è mutuato dai Black Sabbath o se prende spunto da un certo horror-metal. Niente di irreparabile, anche perché la band ci sa fare e le vocals di Vailas sono ottime, ma non riesco a non percepire un certa" confusione " di fondo che rende il prodotto troppo ambivalente.

La titletrack è veloce e molto heavy, "Rose Red" è una galoppata in stile power alla Maiden, "To Glory We March" inizia in modo esplosivo con un intro molto suggestivo e poi diventa una ballad alla Manowar, questi sono a mio avviso i pezzi più significativi, il resto rischia di stancare un po' col suo susseguirsi di riff seppur molto ben suonati, si prenda la conclusiva, lunga "Order Of Charity" un condensato di cambi di tempo, stili , atteggiamento musicale.

I Saboter nonostante l'appartenenza inequivocabile all'ambito power non sono così facili (o scontati).
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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