Copertina 7

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2018
Durata:non disponibile
Etichetta:ROAR

Tracklist

  1. FALLING AWAY
  2. BLEEDING OUT
  3. PHOENIX
  4. LULLABY
  5. DOORWAY TO SALVATION (FEAT. GEORG NEUHAUSER)
  6. ANGEL’S SUICIDE
  7. DEATH OF ME
  8. OBLIVION
  9. HALO
  10. DARK SKIES
  11. SUMMER SON (TEXAS COVER)
  12. DOORWAY TO SALVATION (BONUS TRACK)

Line up

  • Nastassja Giulia: vocals
  • Evan K: guitar
  • Dave Hadarik: guitar
  • Dominik Stotzem: bass
  • Feli Keith: drums

Voto medio utenti

Non contenti della presenza di ben due band omomine, una austriaca l'altra bosniaca, ecco che arrivano i neonati ENEMY INSIDE, quintetto tedesco che sulla scia di moltissimi predecessori si plasma sulla formazione di quattro nerboruti ed una angelica biondaccina alla voce.

Il risultato appare scontato, restituendo l'ennesima proposta a-là Lacuna Coil, Delain, Evanescence e chi più ne ha più ne metta, come peraltro ammettono candidamente nella loro biografia.

"Phoenix", pubblicato in questi giorni dalla Rock Of Angels Records, è un disco dannatamente commerciale, dal taglio ovviamente moderno, con una produzione che giocoforza deve piacere a tutti, metallari (sic!) e non, quindi ricadiamo nel discorso "non sarà una chitarra distorta a trasformare un brano in metal, altrimenti anche Gianni Morandi lo sarebbe", che gioca tutto sull'alternanza dei riffoni finto cattivoni e la vocina angelica di Nastassja Giulia, nulla di che ma calata perfettamente nel ruolo. Non è dato sapere per quale miracolo divino abbiamo scampato la voce maschile in growl.

Già, ma un conto essere i Delain ed un conto è essere gli Amaranthe, tanto per dirne una: gli Enemy Inside non sono ne' l'uno - ahimè - ne' l'altro, per loro fortuna. Più che altro possiamo definirli come una copia quasi spudorata del sound dei Lacuna Coil ed in questo gli Enemy Inside sono stati fortunati ad imbattersi in me per la recensione: il fatto che siano derivativi non influisce assolutamente sul mio giudizio, la musica è al 95% una mera scopiazzatura di quanto fatto in precedenza e spesso i tentativi di evoluzione e personalizzazione confluiscono in lavori imbarazzanti e pretenziosi.

Molto meglio ascoltare una copia fatta bene che un inedito terribile, ed in questo gli Enemy Inside sono stati bravi, rispettando ogni crisma: ottima produzione, suono di impatto ma sotto la laccatura rimane nulla, melodie facili ma non banali e voce di "lei" che fa il suo.

Personalmente reputo questo genere di "metal" la sua morte artistica, ma rimanendo oggettivi e posando per un attimo lo scudo e l'ascia da crociato del vero acciaio ammetto che, all'interno della sua vetrina commerciale, "Phoenix" sia un buon album che potrà riscuotere diversi consensi, specie al di fuori di questo ambito: il video ufficiale che vedete sotto, con già 50 mila views, lo conferma.

Ed in ogni caso, a scanso di equivoci: rispetto a formazioni come gli Amaranthe (e non solo) questi Enemy Inside sono i Black Sabbath: perlomeno i brani sono ben costruiti ed il chitarrista solista ci sa fare eccome.

Consigliati a tutti gli estimatori dei Cristina Coil.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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