Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:48 min.
Etichetta:Moribund Records

Tracklist

  1. INTRO
  2. CISMA
  3. UNHOLY RITUAL OF DEATH
  4. THE MYSTERY OF THE DEAD STARS
  5. BLEEDING SACRED SIGNS
  6. PSALMS FOR THE REPUDIATED
  7. RIDDLE OF DOOM
  8. THE AFTERMATH
  9. ODIUM
  10. MISANTHROPIC APOTHEOSIS
  11. SWORD OF VLENDIOS [BONUS TRACK]

Line up

  • Erun-Dagoth: vocals, guitars
  • Varkhen: drums
  • Kaornekan: guitars
  • Enserune Akhbâmath: bass

Voto medio utenti

Rispetto al precedente "Individualism", gli spagnoli Hrizg mettono in evidenza un cambio di sonorità piuttosto consistente che, se da un lato risente del recupero di certe atmosfere alla Celtic Frost, dall'altro punta, con decisione, verso la scuola finlandese del Black Metal, soprattutto Satanic Warmaster, senza, tuttavia, rinunciare ad un approccio personale che, in qualche modo, ha sempre contraddistinto la carriera del gruppo.
"Soterion", per via delle sue diverse componenti, viene ad essere un lavoro piuttosto eclettico all'interno del quale si alternano partiture violente, momenti più ragionati, atmosfere tendenti all'epicità, soprattutto nella seconda metà del lavoro (date un orecchio alla sontuosa "Odium"... o alla bellissima "The Mystery of the Dead Stars"), e in particolare tutta una serie di intrecci armonici e strutture sonore che ai già citati Satanic Warmaster devono più di qualcosa per via di quella vena melodica tipica del grande combo finlandese, il tutto esaltato da una registrazione molto buona, sebbene avrei preferito avere le chitarre più in primo piano, e da una interpretazione vocale del leader Erun-Dagoth assolutamente di tutto rispetto in grado, com'è, di alternare diversi "umori" e sfumature che aiutano ad amplificare l'eterogeneità di tutto il lavoro.
Gli Hrizg dimostrano, inoltre, una buonissima capacità nella scelta del riff vincente ("Riddle of Doom" ne è un esempio micidiale) e, sebbene i loro brani non facciano gridare al miracolo, manifestano una buonissima capacità di arrangiamento che si traduce in una serie di intuizioni, come cori e tastiere, di indubbio valore capaci, per tanto, di elevare "Soterion" dalla media dei prodotti simili e di segnare un deciso passo avanti rispetto al suo predecessore.
Di certo gli Hrizg restano un gruppo di nicchia, ma con altrettanta sicurezza vi invito ad ascoltarli perché potreste scoprire che nell'underground, molto spesso, si celano piccole perle che meritano di essere riconosciute come tali e lasciate splendere nel buio della notte.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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