Lectern - Deheadment for Betrayal

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2018
Durata:43 min.
Etichetta:Via Nocturna

Tracklist

  1. DEHEADMENT FOR BETRAYAL
  2. PLACID MUST DEFUNCT
  3. DAEDAL OF THY WRATH UNCHRIST ALTAR
  4. PROVVID AS GEMEL CONFESSORS
  5. LEALS SHALT KILL
  6. PERTURB IN LAMB THRONAL
  7. DOGMATICIAN OF PREDICATOR
  8. PAMPHLET SPAWN AT GELID CRYPT SATAN

Line up

  • Fabio Bava: vocals, bass
  • Marco Valentine: drums
  • Pietro Sabato: guitars
  • Gabriele Cruz: guitars

Voto medio utenti

Avevo lasciato i capitolini LECTERN ai tempi del loro primo full length "Fratricidal Concelebration", uscito per Sliptrick Records nel 2015, mentre del successivo "Precept of Delator" se ne era occupato il nostro espertissimo in ambito estremo Frank.

Con piacere torno all'ascolto con questo "Deheadment for Betrayal", in realtà uscito già diversi mesi fa per l'etichetta polacca Via Nocturna, ma giunto solo da poche settimane sulla mia sempre più confusa e disordinata scrivania: già nel giro dei primissimi minuti, dopo l'ascolto della title track posta come opener e della successiva "Placid Must Defunct" (peraltro uno dei brani migliori) sono rimasto assai sorpreso - in positivo - dei miglioramenti perpetrati da Fabio Bava e compagni rispetto a quanto avevo riscontrato nel disco di esordio: un brutal death metal assai più coinvolgente e lineare, scevro da auto compiacimento, stramberie e soluzioni poco consone al genere suonato, sempre peraltro con grande intensità e perizia tecnica. Rispetto al lavoro precedente si è aggiunta una seconda chitarra, nella figura di Gabriele Cruz, e questo senza dubbio ha giovato alle composizioni di "Deheadment for Betrayal", più efferate nei tanti momenti adrenalitici e maggiormente incisive in quelli cadenzati, con tanto di solos intensi e drammatici, su cui fa sempre ottimo sfoggio di se' il growl volgare e potente di Bava, peraltro impegnato ottimamente anche al basso. La fonte di ispirazione rimane quella costituita dalla vecchia scena statunitense (Immolation in primis) sebbene sia stemperata - e perchè no, resa più interessante - da una produzione che strizza l'occhio alla scena nordeuropea, produzione peraltro che restituisce un sound davvero ben curato ed efficace.

Un disco assai più riuscito e maturo rispetto a pochi anni fa, nonostante comunque la grande esperienza pregressa con Perfidy Biblical, Corpsefucking Art e tanti altri, che ci fa sperare per risultati ancor migliori nel futuro prossimo: in ogni caso un disco assolutamente imperdibile per tutti gli amanti del brutal death.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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