Malepeste - Ce qui fut, Ce qui est, Ce qui sera (split with Dysylumn)

Copertina 8

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:42 min.
Etichetta:Goathorned Productions

Tracklist

  1. MALEPESTE - I - PROLOGUE
  2. MALEPESTE - II - CLOTHO
  3. MALEPESTE - III - LACHéSIS
  4. MALEPESTE - IV - ATROPOS
  5. DYSYLUMN - V - NONA
  6. DYSYLUMN - VI - DECIMA
  7. DYSYLUMN - VII - MORTA
  8. DYSYLUMN - VIII - ÉPILOGUE

Line up

  • Malepeste
  • Nostradamus: bass
  • Flexor: drums
  • Xahaal: guitars
  • Larsen: vocals
  • Dysylumn
  • Camille Olivier Faure-Brac: drums
  • Sébastien Besson: guitars, vocals

Voto medio utenti

Clotho colum retinet, Lachesis net et Athropos occat

Mentre scorrono le acque del tempo donne fatali sussurrano parole ermetiche, celebrano arcani riti,
tessono e tramano il destino degli uomini...
Cloto, colei che fila lo stame della vita, Lachesi, colei che assegna la sorte e Atropo, l'inesorabile, colei che quel filo taglia.
Ce qui fut, ce qui est, ce qui sera, split album tra le band francesi Malepeste e Dysylumn, è un concept che ruota intorno alle figure delle tre Parche della mitologia classica.

Le due band, i cui tratti peculiari si fondono in un black metal di tipica derivazione francese, danno vita ad un'opera di grande valore, sia a livello concettuale che musicale. Dimostrando di aver ben più che la stessa nazionalità in comune Malepeste e Dysylumn plasmano due entità in relazione reciproca, complementari e opposte. Le loro proposte, in effetti, simili seppur diverse, si legano in un amalgama che è uno e bino. Il dualismo è un tratto distintivo di questo album dove le atmosfere, le tematiche, le sonorità si riflettono come in uno specchio, e gli echi dell'una e dell'altra band si fondono in una materia oscura di inquietante bellezza.

I quattro brani dei Malepeste attraversano atmosfere grevi e tenebrose, si nutrono di dissonanze e oscurità. Avanzano lentamente, senza fretta. I riti richiedono il loro tempo. L'impronta di Larsen alla voce, malefico celebrante che urla, che evoca ed invoca, è trascinante, un tetro Caronte che traina e tiene le fila di suoni liquefatti e disarmonici.
Un colpo di forbici, inaspettato, una netta cesura e si entra nella seconda parte dello split con i Dysylumn. Nona, Decima e Morte, i titoli dei brani, sono i nomi delle Parche nella tradizione romana.
Le atmosfere sono le stesse, non siamo andati lontano, siamo ancora immersi nello stesso denso e nero fluido. Il tempo accelera di un poco. Il suono pieno, corposo, si dilata ed avvolge in una dimensione sacra e fatale. Decima, un brano dall'incredibile fascino evocativo, ha un andamento sinuoso, sensuale, e racchiude effettivamente, come l'intero album, tutto ciò che viene definito ritualistic black metal.

Ce qui fu, ce qui est, ce qui sera si chiude con un epilogo che è una sorta di cerimonia, un rituale in cui il parlato al contrario sembra un invito a tornare indietro, guardare l'immagine riflessa nello specchio e ricominciare, in un ciclo senza fine. Ancora una volta emerge il dualismo dell'album.
Mentre il tempo passa, scorre, scandito dal battito inesorabile del fato.
Tutto è già stato scritto.
Lei che dì e notte fila... Non siamo noi a decidere.
Recensione a cura di Burned_byFrost

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