Copertina 6,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:46 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. INTO THE DARKNESS
  2. THE HEADLESS HORSEMAN
  3. JEKYLL AND HYDE
  4. DEADLY DREAMS
  5. MACHINIC NON-CONSCIENCE
  6. SLAVE TO THE KILL (THE SON OF SAM)
  7. DESERT DREAMS
  8. MANTLE OF SPIDERS
  9. PSYCHOHOUSE

Line up

  • Tommy Santangelo: vocals
  • Ron Toth: guitars
  • Michael James: bass
  • Ed Shelinsky: drums

Voto medio utenti

Quando parliamo di US Metal in realtà parliamo d un’ampia gamma di espressioni musicali, ma che in ogni caso hanno quasi sempre radici profonde con l’Heavy Metal europeo, per poi evolversi e trovare la propria dimensione.


Direttamente da Hudson Valley-Westchester nello stato di New York arrivano, i Last Pharaoh, che hanno pensato bene di amalgamare il Thrash Metal di vecchio stampo al più tradizionale Heavy Metal dando così alla luce il loro primo album dal titolo "The Mantle of Spiders"

Potremmo dire che la band si assesta sullo stesso filone di gruppi come “Vicious Rumors” e “Queensryche” ma prendono anche grande ispirazione dai “Judas Priest”.


Ok, non è la prima e non sarà certo l’ultima band, dunque nulla di nuovo ed infatti lo stile musicale dei Last Pharaoh, non è affatto nuovo.
Loro si definiscono una “melodic Power Metal/Progressive Metal/Neo-Classical band” che vuol dire tutto o nulla, la realtà è che i Last Pharaoh hanno uno stile che sembra arrivare dal passato, fatto di melodie eccellenti, un lavoro strumentale forte e solido, cori potenti con l'affascinante energia che troviamo nelle band statunitensi.

In “The Mantle Of Spiders”, possiamo apprezzare una produzione di ottima qualità e un suono costruito per rendere la band aggressiva, epica, progressive e pesante allo stesso tempo. Provate ad ascoltare per farvi un’idea.

Sebbene l’album non propone nulla di innovativo, salta all’occhio come la band non sia così purista da cercare di inserire a tutti costi qualcosa di vecchio e ammuffito, come invece avviene per molte altre band, e questo elemento ha fatto la differenza in “The Mantle Of Spiders”

Ciò non toglie l’impressione che la band abbia ancora parecchi margini di miglioramento, specialmente in alcuni momenti strumentali, inoltre le linee vocali potrebbero essere usate in modo migliore.
Non convincono pienamente i cori in fase di refrain, quando la voce pulita sembra trasformarsi.

Per quel che riguarda gli episodi migliori dell’album potremmo parlare dell'aggressività della melodie su “Into The Darkness” (ottimi riff di chitarra), i tempi spietati e pesanti di "Jekyll and Hyde" (voce più aggressiva di quanto ascoltato fino ad ora), l’aspetto melodico in "Deadly Dreams", il ritmo accattivante della strumentale "Desert Dreams” e il tocco del progressive presente in "Mantle of Spiders”.


Nulla da dire, il debut album della "US melodic epic metal band americana" convince nonostante in fase vocale si possa fare meglio.

Il consiglio è di tenere d’occhio i Last Pharaoh, in futuro potremmo ancora sentir parlare di loro.
Recensione a cura di Fabio De Carlo

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