Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:55 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records
Distribuzione:Plastic head / Code 7

Tracklist

  1. INCURSUS INTO DAETH HAUSTH
  2. BLODH SACREMONH
  3. EXHORTATHYON OD SATHS SCRIPTUM
  4. DRAMATH ÜRH
  5. ƧINSNHY'LH
  6. YHTRI'LHN (THE LAST AGE OF UKHN)
  7. AEVENDH SADH
  8. LÖRTH VOLTH LYNHNZAEL (LOST IN THE STORM OF ITSHKA BLOOD)

Line up

  • Asthâghul: all instruments, vocals

Voto medio utenti

A distanza di pochi mesi dal precedente album, evidentemente forte di una marcata urgenza espressiva, torna sul mercato discografico il francese Esoctrilihum con il nuovo lavoro "Inhüma" rilasciato, ancora una volta, dalla italianissima I, Voidhanger Records, etichetta che nel progetto del misterioso Asthâghul crede molto.
Rispetto al disco precedente il Nostro, a mio avviso, è riuscito meglio a definire la sua proposta: se è vero che il death metal di Portal e Nile ed il black metal di Leviathan (non a caso Wrest cura l'artwork del lavoro), Anaal Nathrakh e certi Maldoror restano la base di partenza per l'artista francese, è altrettanto evidente la volontà di inserire nella propria proposta elementi nuovi come una certa vena psichedelica, un vago sentore industrial ed una ricerca della forma canzone molto più marcata e, a mio modesto parere, molto meglio riuscita che in passato.
L'ascolto della musica di Esoctrilihum rimane, in ogni caso, una esperienza davvero "estrema" per via dell'incessante violenza che ci viene riversata addosso e per via dei molteplici strati sui quali tutto il death/black offertoci poggia e trae linfa, tanto è vero che ogni brano di "Inhüma" cambia registro ripetutamente, restando sempre brutale, e andando in tante direzioni diverse che variano praticamente su tutto lo spettro della musica estrema alla quale possiate pensare, sia a livello vocale, Asthâghul utilizza un ampio range di soluzioni dal growl allo scream soffocato, sia a livello strumentale la dove, sulla base di una batteria elettronica micidiale e devastante, le chitarre e le tastiere (fino all'uso del violino) traggono linfa dal brutal americano, dal gelo del nord fino ad arrivare a territori "post".
Esoctrilihum è un artista sicuramente innovativo: la sua musica, dal taglio evidentemente moderno, fa esperienza del passato, sia personale che della scena, e punta con decisione verso soluzioni molto personali, realmente estreme (non finte estreme, badate bene) e, in questa occasione, anche epiche per certe inflessioni che è possibile cogliere, a livello di atmosfere, all'interno del nuovo lavoro.
La crescita di qualità dell'artista francese è palese nel confronto tra i due album rilasciati per la I, Voidhanger e di conseguenza è legittimo aspettarsi ancora miglioramenti per il futuro di un progetto molto, molto, interessante che, in un colpo solo, è capace di spazzare via buona parte delle porcherie che escono oggi sul mercato e che ne fanno crollare la credibilità.
Spero che la maggior parte di voi abbia voglia di supportare un artista che ha qualcosa da dire e che lo dice con una forza dirompente.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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