Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:52 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. TONGUE REAPER
  2. MAKE THE MOVE
  3. KEEPER OF MY SOUL
  4. IN THE HEAT OF THE NIGHT
  5. RAISE THE GAME
  6. BLOOD ON FIRE
  7. RISING HIGH
  8. HUNGRY AND ANGRY
  9. ONE HEART ONE SOUL
  10. A BITE OF EVIL
  11. ERASER
  12. ROSE IN THE DESERT
  13. THE WAY

Line up

  • Udo Dirkschneider: vocals
  • Andrey Smirnov: guitars
  • Fitty Wienhold: bass
  • Sven Dirkschneider: drums

Voto medio utenti

Mi era parso di aver sentito dire che il buon Udo avrebbe smesso cantare i brani del suo vecchio repertorio dei tempi con gli Accept.

Eppure...

"Steelfactory" è, in effetti, all'interno dell'ormai corposa (siamo al sedicesimo studio album) discografia degli U.D.O., uno dei lavori più legati ai trascorsi dell'inossidabile cantante tedesco, e credo che a questa direzione possa aver fortemente contribuito l'averlo composto durante il tour sotto il monicker dei Dirkschneider, quando la scaletta era concentrava sul repertorio degli Accept.
Magari sarà pure per la "necessità" di doversi confrontare con un così ingombrante passato, e anche con un presente di assoluto livello, quale quello garantito dagli Accept odierni, ma certo è che "Steelfactory" si rivela un album decisamente superiore alle più recenti uscite degli U.D.O..

"Tongue Reaper" è la migliore delle opener, grande introduzione (dal trademark inconfondibile) e poi un tiro invidiabile, con Udo che aggredisce con tutta la sua grinta e personalità il microfono. Non gli è da meno la seguente "Keeper of My Soul", meno spedita ma con quel suo passo cadenzato riesce a farsi tranquillamente spazio tra i pezzi più interessanti del disco. Ma si tratta di una bella lotta, visto il livello qualitativo complessivo, infatti, tocca guerreggiare con le melodie drammatiche, quelle che da sempre esaltano Udo, di "In the Heat of the Night", con la velocità e l'impatto frontale di "Rising High" e "Eraser", anche se la mia preferita resta "A Bite of Evil", un ruvido mid-tempo, dal mood drammatico e intenso interpretato alla grande da Udo Dirkschneider. Va inoltre sottolineata la prova del chitarrista russo Andrey Smirnov, che ci mette un tocco personale, con un guitarwork talvolta orientaleggiante, probabilmente legato ai suoi natali (Odintsovo, cittadina a pochi chilometri da Mosca) e più spesso maideniano, ma che sa pure giocare con “La Cumparsita”(altro cliché che non poteva certo mancare) su "Blood on Fire".

Si tratta anche del primo album che vede padre e figlio (Sven, alla batteria) nella stessa formazione, peccato che i recenti scombussolamenti di formazione abbiano visto l'uscita dal gruppo di Fitty Wienhold, Una perdita, quella dello storico bassista negli U.D.O. sin dal 1997 (ai tempi di "Solid"), che non sarà sicuramente indolore.
Ma finchè Dirkschneider senior resterà al timone della band, il Metal degli U.D.O. non perderà certamente la rotta... e l'ottimo "Steelfactory" ne è l'ennesima prova.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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