Horseman - Of Hope, Freedom and Future

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:47 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. OF HOPE, FREEDOM AND FUTURE
  2. A THOUSAND WARS
  3. HUNTERS
  4. SEE ME HANGING
  5. THE MONSTERS I FEED
  6. DIE GEDANKEN SIND FREI
  7. TEACH THEM TO QUESTION
  8. AN OPEN MIND BREAKS DOWN WALLS
  9. THE GIANT
  10. FOOLS KEEP MARCHING
  11. THE FINAL DANCE
  12. SHELLSHOCK

Line up

  • Christoph Brennecke: bass
  • Gregor Panic: guitars
  • Michael Kolar: drums
  • Malte Edinger: guitars
  • Stefan Bohm: vocals

Voto medio utenti

Genere proposto: modern metal.
Quando un flyer di presentazione parte così mi salta istantaneamente la mosca al naso.
Il perchè è presto detto e mi perdonerete se la metto giù piatta: questo voler prendere quasi le distanze dal passato o comunque in un certo senso staccarsene è una solenne puttanata.
Gli Slayer, i Forbidden, i Metallica, i Megadeth eccetera eccetera agli albori delle loro carriere non hanno mai sentito il bisogno di specificare: "Ehi sapete, noi suoniamo modern hard rock!!!!"
Andiamo avanti, probabilmente sto davvero diventando come i vecchi che guardano i cantieri e criticano gli operai...

Gli Horseman - quintetto tedesco attivo ormai da una decade- dopo 6 anni di silenzio pubblicano il terzo album della carriera intitolato "Of Hope, Freedom and Future" continuando di fatto il discorso interrotto con "Distortion of Liberty".
In barba alla tanto sbandierata modernità basano gran parte del loro suono su riffs aggressivi e taglienti figli del thrash statunitense reso più "attuale" (non che ciò significhi migliore) da inserti più groove o melodici figli dei più recenti Lamb of God o Slipknot.
Una cosa è certa e va detta a loro merito: esaurita la calma della titletrack strumentale che apre il disco, la band di Michael Kolar (drummer e produttore) e Stefan Böhm (vocalist) non fa prigionieri e per tutte le restanti 11 tracce del platter erige un muro sonoro compatto, violento ed implacabile.
Sono rarissimi infatti i momenti per tirare il fiato, giusto la breve filastrocca recitata da un fanciullo "Die Gedanken Sind Frei" e la bellissima traccia strumentale "An Open Mind Breaks Down Walls" che a mio avviso avrebbe potuto -con maggior lavoro ed un cantato magari pulito- diventare la vera hit del disco.

Disco che -sebbene per produzione (impeccabile), esecuzione tecnica e scorrevolezza- raggiunga una sufficienza abbondante, non offre mai la sensazione di decollare veramente spegnendosi assai presto in un retrogusto di già sentito.
Ad ogni modo consigliato per tenere in esercizio collo e vertebre cervicali.

Horseman - "An Open Mind Breaks Down Walls"


Recensione a cura di Alessandro Zaina

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