Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2018
Durata:30 min.
Etichetta:Indiebox
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. FREQUENCIES
  2. HEARTBEAT
  3. OBEY!
  4. AND HIS NAME IS ANTHEM
  5. TIMES NEW ROMANCE
  6. FUNERAL OF ME
  7. WE WON’T BE AFRAID / INTERLUDE
  8. BLEEDING SKIES
  9. SILENCE
  10. THE ROAD SO FAR (DON’T DIE HERE)

Line up

  • Fede: guitar, vocals
  • Matteo: bass, vocals
  • Luca: drums
  • Michele: guitar, electronics

Voto medio utenti

Miscelare punk-rock melodico (Blink-182, …), sonorità alternative (30 Seconds to Mars, Placebo, …) e un concept fantascientifico (la guerra tra due fazioni agli antipodi e da sempre in conflitto … quella del Silenzio, chiusa nel suo guscio di regole e conformismo e quella del Suono, votata alla libertà e alla prevalenza del cuore sulla ragione …) è sicuramente un’impresa ambiziosa e singolare, e già per questa forma di “audacia espressiva” i Downflyers si guadagnano la “arbitraria” simpatia di chi, come il sottoscritto, nonostante l’apatia diffusa, confida ancora nelle possibilità “propulsive” dell’underground.
L’ascolto di “Frequency”, debutto sulla lunga distanza del quartetto bresciano, apporta una certa fondatezza alla suddetta istintiva benevolenza, rivelando un dischetto impegnato e abbastanza coinvolgente, non privo di qualche fatale acerbità, eppure sufficientemente solido da esortare i ragazzi a proseguire nei loro intenti artistici.
Brani come l’anthemica “Obey!”, “Times new romance”, "Funeral of me”, la vagamente Linkin Park-escaBleeding skies” e la ballata “Silence” sembrano già piuttosto attrezzate per soddisfare i bisogni dei fans del rock alternativo radiofonico contemporaneo e se altrove manca ancora un pizzico di messa a fuoco compositiva (intrigante, però, l’uso dell’elettronica, sebbene dagli effetti leggermente “tamarri”, in “The road so far”), non si può certo imputare la band di scarsa familiarità e competenza con la materia che ha deciso di trattare.
Il risultato finale è piacevole e offre svariati motivi d’interesse … ora la “sfida vera” è fare in modo che un inizio promettente diventi qualcosa di ancora più organico e personale.
Recensione a cura di Marco Aimasso
Frequency

Tra riffs californiani e un approccio djent-stoner,l'alt band di Brescia fa il suo debut registrando un concept intriso di entita' post-rock sulle triadi care all'indie Music.Quanto agli autori delle lyrics provano creare e instaurare un dialogo costruttivo con l'adolescente(con il rischio di un rapporto conflittuale e negativo).Quello dell’adolescenza è un argomento delicato (sesso, malattie, droga,,condivisione, valore dei soldi, ecc.)e per questo è easy full length

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