Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:38 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. SOUNDS FROM THE VORTEX
  2. COSMIC FEAR
  3. THE CLOUDS OF DAMNATION
  4. CROSS THE BRIDGE TO ETERNITY
  5. ILLUMINATE THE NIGHT SKY
  6. THE GREAT MORTALITY
  7. FIELDS OF THE UNKNOWN

Line up

  • MS: drums
  • AK: guitars
  • MT: guitars, vocals
  • AT: bass

Voto medio utenti

La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri, ma nel mantenere viva una fiamma”.

Così scrisse Léon Jaurès, rubizzo politico francese di inizio ‘900.
Così provano a fare i The Spirit nei confronti di un genere, il black metal melodico punteggiato di death, tanto fascinoso quanto poco rappresentato oggidì.

I quattro musici ignoti provengono da Saarbrücken, ma il background musicale risiede più a nord, nelle gelide lande svedesi scosse, ormai più di vent’anni fa (sigh…), dall’irripetibile ciclone sonico chiamato Dissection.
Sarebbe eccessivo denunciare peccati di mero copia-incolla come quelli perpetrati dai connazionali Thulcandra, eppure non vi sono dubbi sul fatto che i cuori dei Nostri battano per la fosca creatura di Jon Nödtveidt, così come per gloriosi acts quali Dawn e Sacramentum.

Pur non raggiungendo (ancora?) i livelli di eccellenza lambiti da capolavori del calibro di “Far Away from the Sun”, “Storm of the Light’s Bane” o “Slaughtersun (Crown of the Triarchy)”, i The Spirit dimostrano, col debut “Sounds from the Vortex”, di aver ben imparato la lezione impartita dei Maestri, e di saper già padroneggiare la materia in modo mirabile.
Niente male per un gruppo fondato appena nel 2015…

Il biglietto da visita è di quelli prestigiosi: contratto con Nuclear Blast, produzione old style per nulla artefatta -verrebbe da chiosare: nonostante il predetto contratto…-, suggestivo artwork di copertina del sempre più quotato Costin Chioreanu.
La sostanza non è certo da meno: oscurità, aggressione, melodia, epicità si fondono in composizioni (peraltro eseguite in modo impeccabile) classiche ma mai banali, poliedriche ma mai disarticolate.

L’ascolto del platter, complice la breve durata, scorre in modo fluido e piacevole.
Forse manca il colpo da knock out; parimenti, un pizzico di nera malignità in più non avrebbe guastato.
Cionondimeno, il ferale assalto in blast beat di “Cosmic Fear”, la portentosa progressione di “The Clouds of Damnation” ed il pathos glaciale di “Illuminate the Night Sky” non potranno lasciare indifferenti gli estimatori di queste sonorità.

I The Spirit stanno provando a mantenere viva la fiamma; il mio umile suggerimento è quello di fare altrettanto supportandoli.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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