Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2018
Durata:56 min.
Etichetta:Osmose Productions

Tracklist

  1. SöMNPARALYS
  2. PSYKOTISK SJäLVINSIKT
  3. VARDE MöRKER
  4. ENSAM MOT ALLA
  5. FöRPASSAD TILL MISäR
  6. TVå BLIR ETT
  7. KEEP THE WINDOW CLOSED
  8. RIP (RELATIONSHIP IN PIECES)
  9. FEELS LIKE BREATHING IN SULFUR
  10. YOU ARE TEMPORARY
  11. FREDAGSMYS

Line up

  • 145188: guitars, vocals
  • D. Franzén: drums
  • J. Ejnarsson: guitars, backing vocals
  • R. Jönsson: bass

Voto medio utenti

Dopo 17 anni di carriera, svariati EP e split e 4 full length licenziati da piccole etichette, gli svedesi Vanhelga creatura prediletta del mastermind 145188 (al secolo Jacob Ottosson) pubblicano grazie a Osmose Productions il loro quinto lavoro sulla lunga distanza "Fredagsmys" e probabilmente portano a termine la propria maturazione artistica.

La band infatti, dopo gli esordi di "Mortem Illuminate Mea" in cui sia le tematiche (anti-cristianità, oscurità) che gli stilemi musicali aderivano in tutto e per tutto ad un canonico black metal, ha gradualmente virato verso il depressive black metal.
Anche le liriche hanno subito un mutamento radicale ed oggi Ottosson e compagni affrontano argomenti più personali quali disperazione, destino e problematiche esistenziali.
Non si creda però che la nera fiamma si sia spenta nella musica dei Vanhelga, - che in svedese significa "profanare", tanto per mettere le carte in tavola- essa è soltanto tenuta a bada da un approccio più meditativo e introspettivo ma è pronta ad eruttare improvvisa come nella bellissima traccia "Varde mörker" (Che venga l'oscurità).

Ogni brano ha una capacità ipnotica di avvincere durante l'ascolto, una particolarità che la rende magnetica: l'opener "Sömnparalys" (Paralisi nel sonno) presenta un intro glaciale reso però struggente da un arpeggio acustico in secondo piano, ed entrambi vengono spazzati via dalle urla disperate di 145188, "Psykotisk självinsikt" (Autocoscienza psicotica) oltre a delle parti fischiettate assolutamente insolite ricorda da vicino "The Lake" di Bathory.
O ancora la poetica "Ensam Mot Alla" (Soli contro tutti) con i suoi cori sussurrati su duetti di chitarra e synth; e proseguendo le opprimenti "Keep the window close", "RIP (relationship in pieces)" o "You are temporary" che lacerano l'anima con la disperazione che recano nelle loro note.

La titletrack infine dà degna chiusura al disco, una traccia strumentale che seppur melliflua, delicata e struggente, risulta dopo svariati ascolti il brano più spietato del lotto proprio perchè spegne la luce della speranza dolcemente ma inesorabilmente.
E perdersi nei gorghi dei propri demoni interiori diventa la cosa più naturale del mondo.

I Vanhelga non raggiungono l'annichilimento e l'autodistruzione che ha reso inimitabili gli Ofdrykkja, ma con la loro musica rendono omaggio alle emozioni negative umane accettandole come parte integrante delle esperienze di ognuno.
"Fredagsmys" è un viaggio musicale che non può lasciare indifferenti: basta fare il primo passo.

Vanhelga - "Fredagsmys"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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