Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:54 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. CLANDESTINE STARS
  2. EMERGENT EVOLUTION
  3. DILUVIUM
  4. MORTIFICATION OF THE VULGAR SUN
  5. ETHEREAL SKIES
  6. CONVERGENCE
  7. EKPYROSIS
  8. THE SEVENTH AEON
  9. THE CONJURATION
  10. AN EPILOGUE TO INFINITY
  11. A LAST FAREWELL (DIGITAL BONUS TRACK)

Line up

  • Steffen Kummerer: vocals, guitars
  • Linus Klausenitzer: bass
  • Sebastian Lanser: drums
  • Rafael Trujillo: guitars

Voto medio utenti

"... il quarto tema sarà l’oggetto del prossimo album, se ci sarà, e riguarderà l’apocalisse, ossia la distruzione dell’universo".
Queste le parole con cui andava a terminare la nostra recensione di "Akróasis", quarto album dei tedeschi Obscura.
La domanda era meno peregrina di quanto sembrasse considerando i continui cambi di lineup dei bavaresi.
La risposta è arrivata a stretto giro ed in due soli anni "Diluvium", pubblicato sempre da Relapse Records, ha chiuso il cerchio.

Ora, il mio rapporto con la band di Steffen Kummerer ha vissuto alti e bassi ma non li ho mai completamente persi di vista e se il debut "Retribution" mi aveva immediatemente colpito, i primi tre capitoli dell'ambizioso progetto filosofico-religioso-scientifico hanno suscitato reazioni contrastanti per la qualità non sempre uniforme dei brani.
Certo va detto che il loro nome è sempre stato uno dei primi della lista quando mi assaliva la necessità di buttarmi in certe sonorità.

"Diluvium" (appunto "inondazione" dal latino, ovvero catarsi e purificazione attraverso l'acqua) invece ha dato risposte alle trame ed ai temi lasciati in sospeso nei precedenti album. Rispetto ad "Akróasis" intanto la lineup è rimasta praticamente immutata -ad eccezione dell'ingresso del talentuosissimo chitarrista di estrazione jazz (23enne!!!) Rafael Trujillo- e questo ha contribuito in maniera determinante al mantenimento della qualità compositiva dei brani del disco.
Grande merito del livello sempre molto alto raggiunto dal combo è sicuramente di Stefan Kummerer, vero e proprio fil rouge di tutte le versioni degli Obscura e unico membro rimasto della formazione originaria.

Le dieci (più "A Last Farewell", bonus track presente nella versione digitale) tracce di "Diluvium" sono più immediate, più fruibili e di più semplice assimilazione rispetto agli standard abituali, traboccano riffs e soluzioni melodiche accattivanti che invogliano all'ascolto.
Brani come "Clandestine Stars", "Emergent Evolution" o "The Conjuration" sono ricchi di cori, di partiture ad alto tasso di tecnica ma con tantissima melodia diffusa; e non si tratta certo di trovate catchy, la componente death è fortissima e probabilmente più evidente che in precedenza.

La tecnica e le parti più progressive - che hanno meno invadenza del solito- sono comunque formidabili, le parti delle due asce, pur essendo suonate a velocità molto sostenuta si fondono in un flusso continuo con il grandissimo lavoro al basso fretless di Linus Klausenitzer giocando continuamente a scambiarsi il ruolo di "dominatore" della scena.

Altri riuscitissimi episodi di un lotto realmente privo di filler o punti deboli sono la titletrack e la suggestiva "Convergence" che a mio avviso presenta il ritornello in clean vocal migliore dell'intero album.
"An Epilogue to Infinity" (titolo non a caso), il brano che chiude il disco, è contemporanemente il più lungo e -per chi scrive- il migliore di "Diluvium": un pezzo in cui convergono tutti gli impulsi degli Obscura regalandoci oltre 6 minuti di death ad altissimo tasso tecnico suonato non per strabiliare ma per coinvolgere emotivamente.
Lanser, Kummerer e soci hanno forse realizzato il loro lavoro più solido e convincente in un segmento così difficile come il progressive death metal, un album che idealmente segna il termine di un cammino iniziato nel 2009 con "Cosmogenesis": vedremo adesso il successivo step evolutivo.
Sono certo che, con così tanta qualità da mettere in campo, sarà sicuramente interessante.

Obscura - "Diluvium"

Recensione a cura di Alessandro Zaina
convincente, se non arriva un successivo simile

Come epilogo convince, forse un po' meno del passato ingombrante che si sono creati. (omnivium in prima fila) Sono disposto a tollerare l'essere rimasti in certi lidi di Akroasis che ritenevo superati, ma essendo un concept.....si sono puliti di più, speriamo in maggiore ingegno creativo della band come entità, Kum non è Schuldiner. o forse no chissà

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 20 gen 2019 alle 17:41

condivido in parte la recensione, le innovazioni ci sono anche se sembra più un ammorbidire/ripiegare, la mia incertezza è, riusciranno a rimanere a galla? la mia paura è che kum abbia un po' monopolizzato la band, che non potrà uscire da certi lidi che, hanno funzionato, ma che un po' anche annoiano, i vocooder, benedica, rientrano ancora bene nelle canzoni, e anzi ritengo sia una buona trovata per gli obscura perchè danno quel non so che di melodic/jazz, però il problema è che sono onnipresenti elo sviluppo di clean vocals in questo album apre un spiraglio. Gli obscura hanno avuto 3 forze di influenza, death metal con i death a comando (ma anche i morbid per quanto si dice) , cynic (un leggero occhiolino ai necrophagist di Epitaph) + tecnica prevalente nella lineup (muenzner ad esempio era molto neoclassico ma anche tecnico) (grossmann sa bene coniugare violenza ed eleganza) (thesseling al basso e non aggiungo altro). E steffen? steffen, che propende di più verso quella death, ma anche cynic, si è preso sulle spalle la croce di tutte altre influenze che non erano ben sviluppati in lui ( o che forse si sono espresse troppo in poco tempo), infatti akroasis è stato un gran album proprio perchè è riuscito a portarsi questa bella croce, con difficoltà, la si percepisce. Ma lì ci sta anche un'altra cosa: il chitarrista che ha silurato stef (in maniera abbastanza indecente, ricordandomi quasi il diverbio rick rozz schuldiner) aveva portato qualcosa di interessante con "Weltseele". Ora, io in quella canzone, che nonostante tutto ascolto poco, ho visto la luce del futuro degli obscura, bruciata, perchè quel chitarrista sembrava quello giusto per dare una svolta veramente più progressive, magari virare più su un prog di stampo opethiano, però con lo stampo obscuriano, tecnico ma non troppo. La cosa bella è che nella nuova pubblicazione sembra aver prevalso un lieve cambiamento in stile opethiano, ma molto leggero, condito delle solite influenze, bello ma che se ripetuto diviene noioso. Anche rimanendo su questi canoni la band funzionerebbe, ma camperebbe solo su Klausenitzer che sembra il più ispirato. Ovviamente non sto dicendo che devono diventare i nuovi Opeth, da speranza Trujillo (la sua scelta sembra quasi un tentativo di affiancarsi un nuovo Muenzer ). Lo stile degli obscura in questa pubbicazione sembra un largo remission riscritto dal futuro con nuove idee relative e solite trovate migliorate e spalmate lungo tutto il disco. La più grande sopresa sarebbe un nuovo album alla omnivium (come partecipazione compositiva), Kum, fai parlare di più Lanser, gli obscura devono la loro fama anche grazie a delle composizioni di batteria grandiose (il fantasma di Grossmann) Farneticazioni? forse si, forse no,

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