Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:55 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. REBIRTH OF THE REGULATORS
  2. GENETIC SLEEPERS
  3. FORGOTTEN DREAMS
  4. XENOPHOBIA
  5. SCIENCE & RELIGION
  6. TIMEKEEPER
  7. RISE OF THE LYCANS
  8. SUCCUBUS
  9. NEW WORLD ORDER

Line up

  • Andreas von Lipinksi: vocals
  • Frank J. Noras: guitars
  • Nicolas Filter: bass
  • Andreas Doetsch: guitars
  • Sigfried Grütz: drums

Voto medio utenti

La Psicologia Comportamentale definisce la comfort zone come: “La condizione mentale in cui la persona agisce in uno stato di assenza di ansietà, con un livello di prestazioni costante e senza percepire un senso di rischio”.
E ancora:
rimanere ancorati nella nostra confort zone per molto tempo ci ingabbia in una vita prevedibile, gestibile, controllabile, conoscibile rendendo la nostra vita piatta e senza stimoli. A volte la nostra comfort zone può diventare la nostra prigione perché:
-Non si cresce
-Non si evolve
-Non si cambia

Ok, luce in sala.

Potrei far finire qui la recensione su "Rise of the Lycans" (e già qui fantasia al potere....), sesto studio album dei tedeschi di Colonia Wolfen pubblicato ancora da Pure Steel Records, che nonostante la lineup rinnovata per 2/5 per l'ingresso di Siegfried Grütz dietro le pelli e di Andreas Doetsch alla 6 corde, proprio non vogliono saperne di provare a fare quel passo che consentirebbe loro di distinguersi da migliaia di gruppi simili.

Purtroppo i veterani (la loro nascita risale ormai al 1994) teutonici invece proseguono riproponendo per l'ennesima occasione la formula musicale che li accompagna da più di 20 anni: un muscoloso heavy metal di stampo teutonico reso sporadicamente aggressivo da riffoni thrash mutuati dalla bay area.

Lungi da me il voler sminuire il loro valore tecnico e la loro tenacia ma purtroppo il risultato è assai modesto: "Rebirth of the Regulators" e "Genetic Sleepers" hanno un andamento classicamente heavy ma sono lontanissimi dalla qualità di bands quali Accept, Helloween e Primal Fear che li hanno palesemente ispirati; così come i riffs (buoni senza alcun dubbio) più cattivi quali in "Xenophobia" e "Succubus" non si avvicinano nemmeno agli Iced Earth di "Something wicked..." ai quali ammiccano non troppo velatamente.

Nemmeno la presenza di Chris Boltendahl (Grave Digger), guest vocalist in "Timekeeper", riesce a dare quel guizzo in più in grado di risollevare la band dal consueto "quieto vivere", reso ancora più monotono dalla voce in alcuni casi davvero fastidiosa e sgraziata del singer Andreas von Lipinksi ("Science & Religion" è dura da portare a termine...).
"Rise of the Lycans" conferma tutto ciò che dei Wolfen già si sapeva senza aggiungere nemmeno una virgola: presumo quindi che la prova del tempo sarà insuperabile per questo dischetto.

Wolfen - "Genetic Sleepers"

Recensione a cura di Alessandro Zaina

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