Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2018
Durata:56 min.
Etichetta:Iron Shields Records

Tracklist

  1. IN THE WOODS – INTRO
  2. THE WITCH
  3. BY STEEL
  4. MARCHING TO MOUNTAINS
  5. VALHALLA
  6. THE KING AND THE SWORD
  7. IMMORTALS
  8. STAND FIGHT TO KILL
  9. THE BLACK COAST

Line up

  • Luis Domingos Krull: vocals
  • Ricky de Camargo: guitars
  • Thiago Ruggero: bass
  • André Luckner: drums

Voto medio utenti

Chiusa l'esperienza con gli Eternal Fate (inizialmente sotto il nome Suprema), il cantante Luís Domingos ha poi dato vita ai Krull, contornandosi di nuovi compagni di viaggio e senza cambiare la rotta da perseguire, che non si schioda da quello che indubbiamente è un Heavy Metal tipicamente ottantiano. E lo è talmente tanto, che le sonorità di "The Black Coast" sembrano uscire direttamente da una vecchia Demo Tape degli eighties piuttosto che da un lucente supporto digitale.

Che poi sia un pregio o un difetto, è tutto da vedere.

Di certo, guardando al titolo dell'album, troviamo invece quella che è l’ispirazione a livello lirico, tipicamente Sword & Sorcery e con in testa i racconti di Robert E. Howard, il quale lungo la "Costa Nera" ha ambientato diverse avventure del suo eroe più illustre: Conan il Barbaro.

L'intro "In the Woods" ha proprio il compito di rievocare questo scenario, mentre è la successiva "The Witch" ad introdurci alla proposta musicale dei Krull: uno Speed Metal sgraziato, ruvido e ingenuo ma credo altrettanto onesto e pure con un suo fascino.
Luis Domingos, alterna screaming maligni e vocals più profonde e potenti, la registrazione è sporca e fortemente deficitaria, ed a soffrirne maggiormente - come spesso capita in questi casi - è la resa della batteria. Le seguenti "By Steel" e "Marching to Mountains" sono sulla stessa lunghezza d'onda e si cambia registro con "Valhalla", la solita power ballad d'ordinanza che oltre a mostrare soluzioni largamente scontate mette alle corde un Luis Domingos in evidente affanno nelle clean vocals, e le cose non migliorano nemmeno all'altezza dei cori e dei refrain. I limiti al comparto vocale vengono sottolineati anche dalla retrò ed epicheggiante (o perlomeno vorrebbe esserlo) "The King and the Sword", e vanno – solo - un po' meglio nelle veloci e lineari "Immortals" e "Stand Fight to Kill". Chiude l'album la titletrack, che parte male con degli scontatissimi "oh oh oh oh", per poi riprendersi con un discreto tocco epico, che però i brasiliani sporcano, tirando troppo per le lunghe con superflui dei passaggi in screaming e andando ben oltre gli otto minuti di durata.

Tuttavia, forse contro ogni logica, non riesco proprio a stroncarli, e mi limito alla raccomandazione di avvicinarsi a "The Black Coast" con tutte le dovute cautele.
Poi non resta che aspettare e vedere cosa sapranno fare in futuro.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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