Copertina 7,5

Info

Demo
Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:22 min.

Tracklist

  1. IMMATERIAL
  2. FRAGMENTS OF SADNESS
  3. MOTIONS
  4. INNER THOUGHTS
  5. LASTING INSANITY
  6. DAWN OF TRAGEDY

Line up

  • Giuseppe Cardamone: vocals, guitars
  • Luca Giacani: drums
  • Manuel Volpe: bass
  • Diego Bellagamba: guitars

Voto medio utenti

L'importanza che gruppi fondamentali come Death, Atheist, Pestilence e Cynic, hanno avuto nel far crescere un genere come il death, prendendolo come punto di riferimento ma anche di partenza, per poi allontanarsi verso soluzioni musicali pazzesche, è ormai nota. Non dovrebbe passare un singolo giorno senza ringraziare questi artisti, che con le loro geniali trovate ci hanno permesso di esplorare angoli remoti della nostra anima, a colpi di una musica a tratti violenta, spesso sognante, mai banale. Importanti dicevamo, ma soprattutto ispiratori per decine di gruppi emergenti, cresciuti a pane e techno death metal, come nel caso di questi Duality, quartetto proveniente da Ancona che ci presentano il loro primo mini cd autoprodotto, " Dual Aggression Seed ". Un dischetto altamente professionale, sia a livello estetico ( artwork ben curato ) sia a livello tecnico ( la produzione, targata Potemkin Studios è più che buona), sicuramente un punto in più per questi marchigiani. Le composizioni, sei in tutto ( comprese due strumentali dal forte sapore Pestilence ) sono ottimamente suonate, denotando quindi una preparazione allo strumento veramente notevole. Ovviamente le influenze si sentono ma non si ha mai la sgradevole impressione di trovarsi di fronte ad una copia carbone di un " The Sound Of Perseverance " piuttosto che di un " Focus ". Considerata la giovane età del gruppo ( formatosi nel 2002 ) il rischio di scopiazzare pedissequamente gruppi più blasonati era dietro l'angolo, ma questa trappola viene facilmente elusa da parte dei Duality, i quali gettano basi solidissime per il loro futuro artistico. In definitiva una buonissima opera prima che ora merita l'attenzione di tutti perché, fatemelo dire, farsi scappare un disco come questo sarebbe veramente da microcefali.
Recensione a cura di Andrea 'ELASTIKO' Pizzini

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