Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2005
Durata:66 min.
Etichetta:Napalm
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. REST IN PAIN
  2. POSTHUMAN KIND
  3. LUMEN CLAMOSUM
  4. GOD THE LUX
  5. SYNCHROSCHEME
  6. PHOSPHORROR
  7. LUMEN FUNESCUM
  8. THE MYSTORY
  9. FIRECLIPSE
  10. LUMEN CORUSCUM
  11. LEGIONS ARE IN ME
  12. INLUSTRA NIGROR

Line up

  • Orion: guitars, vocals
  • Daray: drums
  • Siegmar: keyboards
  • Heinrich: bass

Voto medio utenti

Album come questo servono a farti capire quanto gli ultimi capolavori dei Dimmu Borgir siano stati fondamentali per la scena black sinfonica in questi anni. Probabilmente nessun gruppo è mai riuscito a mettere in questa condizione i propri successori, costretti ad inseguire con una foga quasi maniacale lavori seminali come "Puritanical Euphoric Misantropia" e soprattutto "Death Cult Armageddon", l'apice della seconda parte di carriera per la band norvegese. I polacchi Vesania non sono i primi sprovveduti: il cantante/chitarrista Orion ha militato nei Behemoth, mentre il batterista Daray è stato in forze nei Vader. Questo grandissimo bagaglio di esperienze li ha portati ad 'improvvisare' un progetto complesso come questo riuscendo a realizzare un prodotto di ottima qualità. Non saremo ai livelli delle pietre miliari sopracitate, ma è comunque un buon inizio. I Dimmu Borgir vengono saccheggiati sia a livello di idee che di realizzazione: canzoni infette, rese micidiali dall'accostamento di tempi non elevati con pesantissimi riff e le onnipresenti tastiere a disegnare le melodie con l'aiuto e l'apporto della chitarra. Il feeling marziale delle composizioni è accentuato da alcuni inserimenti elettronici e soprattutto dalle vocals spesso filtrate di Orion, molto simili a quelle del maestro Shagrath. Complessivamente i pezzi mostrano un buon tiro, e resistono anche sulla lunga distanza. Anzi, "God The Lux" è un lavoro complesso e difficile da assimilare, che richiede più ascolti per essere apprezzato e ripaga crescendo con il tempo. Rispetto ai Dimmu (ma lungi da me il fare un paragone completo tra i due gruppi), manca un pò di orchestralità in più: questo fattore va ad annullare quella componente calda e maestosa che è stato il vero e proprio valore aggiunto negli album di Silenoz e soci. Per il resto risulta impossibile muovere critiche ai Vesania senza ricorrere alla scarsa originalità o personalità.. "God The Lux" è un album interessante e che propone, perlomeno, una sfida credibile ai top del genere.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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