Anarchos - Invocation of Moribund Spirits

Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:39 min.
Etichetta:Blood Harvest

Tracklist

  1. FAR BEYOND INFINITY
  2. CURSED GIFT
  3. RETRIBUTION OF THE DOOMED
  4. THROUGH WHOM THEY CRAWL
  5. DOMINIONS OF BLASPHEMY
  6. COLD FUNERAL
  7. DEFORMED ABOMINATION
  8. INITIATING LAWLESS RITES
  9. NACENTES MORIMUR

Line up

  • Vincent Drenthen: Drums
  • Martin Brakert: Guitars
  • Ardy de Jong: Guitars
  • Frederik Bonke: Vocals

Voto medio utenti

L’Olanda è sempre stata una terra feconda per le band death metal. Dai Sinister ai Gorefest, dai Pestilence agli Asphyx (senza dimenticare gli Hail of Bullets), metallo & tulipani sono sempre andati d’accordo.

Al lungo elenco si aggiungono i qui presenti Anarchos, quartetto proveniente da Almelo, che giungono al debutto per Blood Harvest con il presente “Invocation of moribund spirits”

E siccome suonare death metal old school non sembra passare di moda, i Nostri han deciso di prendere manciate di Dismember, Asphyx e Grave e di mescolarle con brutalità pestando il più forte possibile.
Il risultato è tutt’altro che disprezzabile, anche se la registrazione è fin troppo slabbrata e caotica rendendo veramente riconoscibili ai soli passaggi melodici, e la band dimostra di aver imparato bene la lezione mettendoci tanta passione e dedizione.

Largo dunque a chitarre a sega elettrica, batteria che picchia come un fabbro sull’incudine, ed un cantato in un classico growl “comprensibile”. Certo non tutto funziona alla perfezione ed alcuni passaggi non mi convincono in pieno, ma “Invocation of moribund spirits” ]presenta anche spunti interessanti.

Prendete ad esempio, “Cursed gift” o “Initianing lawless rites” con la chitarra in midrange che si esprime su schemi tipici della mai troppo rimpianta band di Fred Etsby, oppure “Through whom they crawl” in cui gli Anarchos giocano su diverse variazioni di ritmo.

Se fossimo a scuola si potrebbe dire che “l’alunno possiede delle capacità ma non le sfrutta pienamente”, tale è la sensazione che mi rimane al termine di più ascolti dell’album. I punti di forza, come già indicato, stanno nella gestione del riffing melodico nella costruzione dei pezzi, mentre quelli di debolezza in una batteria che non osa e nella produzione non esaltante.

Da seguire nel prossimo futuro.

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