Project Hate MCMXCIX, The - Armageddon March Eternal (Symphonies Of Slit Wrists)

Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2005
Durata:66 min.
Etichetta:Threeman Recordings
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. AT THE ENTRANCE TO HELL'S UNHOLY FIRE
  2. THE BLEEDING EYES OF A BLEEDING WHORE
  3. I SEE NOTHING BUT FLESH
  4. RESURRECTED FOR MASSIVE TORTURE
  5. WE COULDN'T BE FURTHER FROM THE TRUCE
  6. GODSLAUGHTERING MURDER MACHINE
  7. SYMPHONY OF THE DECEIVED
  8. LOVELESS, GODLESS, FLAWLESS

Line up

  • Lord K Philipson: guitars, keyboards, vocals
  • Jorgen Sandstrom: vocals
  • Petter S. Freed: guitars
  • Jo Enckell: vocals

Voto medio utenti

Durante l'ascolto di questo cd mi chiedevo: Dio, suo figlio Gesù e la religione cristiana in generale ne devono aver fatto di male in giro per il mondo, per raccogliere tutto questo carico di odio e di derisione. Se poi gli attacchi provengono da gruppi 'intelligenti' come questi Project Hate MCMXCIX (e non da pacchiani esponenti di black metal da caverna)... sarebbe bello capirne qualcosa di più, visto che "Armageddon March Eternal" sembra completamente indirizzato verso queste tematiche, senza sconti di nessun tipo. L'album si presenta nettamente migliorato rispetto agli episodi precedenti: l'ottima produzione ad opera del grande Dan Swano riesce a mettere in risalto gli elementi chiave della musica del quartetto svedese, dando il giusto taglio alle chitarre (che ricordano stranamente quelle dei Bloodbath) e al doppio approccio vocale. Estremamente brutale quello di Jorgen Sandstrom (già nei Grave e negli Entombed, anche se come bassista), molto più sensuale e squillante quello della brava Jo). Proprio il classico accostamento di growling e voce femminile pare funzionare molto bene in questo caso, rinunciando alle sovrapposizioni per caratterizzare meglio le singoli apparizioni nei momenti chiave dell'album. Una formula praticamente perfetta all'inizio, ma che diventa presto prevedibile togliendo un minimo di sorpresa ai pezzi successivi. Le canzoni sono tutte piuttosto lunghe ed intricate, superando spesso e volentieri gli otto minuti. Sinceramente alcune sarebbero potute essere anche accorciate, ma altre iniziano a vivere proprio intorno alla metà, quando il death metal della band viene intervallato da vere e proprie partiture trip-hop o da struggenti intermezzi pianistici. La musica dei Project Hate procede chiara e senza esitazioni dall'inizio alla fine, mostrando anche un paio di picchi qualitativi piuttosto alti in occasione di "Godslaughtering Murder Machine" e della conclusiva "Loveless, Godless, Flawless", cantata completamente e morbosamente da Jo. Un album in linea con le aspettative, da parte di questo interessantissimo gruppo svedese.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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