Copertina 5,5

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2017
Durata:45 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. KARMA
  2. HEARTRAGE
  3. HERE TO SAVE YOU
  4. MUTED LIFE
  5. CLOSURE
  6. LETTER TO MYSELF
  7. DARK CLARITY
  8. HOLDING YOUR BREATH
  9. RESCUE RIDE
  10. BLACK WINGS
  11. INSIDE A LULLABY
  12. DEAD TO ME

Line up

  • Jake E: vocals
  • Jesper Strömblad: guitars
  • Peter Iwers: bass
  • Alex Landenburg: drums
  • Euge Valovirta: guitars

Voto medio utenti

La mia attenzione nei confronti dei CyHra è stata indubbiamente catalizzata dalla presenza di Jesper Strömblad, che ha fatto grandi cose, prima che le loro strade si separassero, con gli In Flames ma anche con gli Hammerfall. Non ha fatto certo poi male ritrovare anche un altro paio di illustri "ex": il bassista Peter Iwers (pure lui a lungo negli In Flames) ed il cantante Jake E (dai Dreamland e in passato negli Amaranthe), mentre a completare il gruppo ecco l'esperto Alex Landenburg (batterista nei Luca Turilli's Rhapsody e Mekong Delta) e il chitarista Euge Valovirta (Godsplague ed ex Shining).

Tanta carne al fuoco e quindi c'era pari curiosità nello scoprire dove ci avrebbe portato questo "Letters to Myself".

Dei gruppi citati, quelli che posso essere tirati in ballo possono essere gli Amaranthe, dato che scopriamo i CyHra a convogliare grandi manciate di Pop e a dare un taglio moderno, danzereccio ed ammiccante, ad un Heavy già molto melodico di suo.
Niente che faccia gridare al miracolo, infatti, lasciata scorrere l'opener "Karma", tutto sommato discreta e con qualche reminiscenza del periodo In Flames (soprattutto se ci sforziamo di non coglier quel suo pulsare modernista) e la vivacità di "Letter to Myself" (che bazzica sul versante dei Kamelot), pezzi come "Here to Save You", "Holding Your Breath", "Rescue Ride" o la melensa "Inside a Lullaby" al più stappano uno sbadiglio mentre l'attenzione via via si sposta dall'ascolto di "Letters to Myself " a faccende quotidiane.

E questo non è certo un buon segno.

Nulla da appuntare ai musicisti, anzi le singole prestazioni sono all'altezza del valore dei personaggi coinvolti ("Black Wings" con un ottimo guitarwork ne è una evidente testimonianza), e la bella prova di Jake E va indubbiamente sottolineata, ma è il contesto generale ad apparire inconsistente, fiacco e a non convincere.

Tanto ben di dio ... ma "la montagna ha partorito un topolino".



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 dic 2017 alle 00:25

Ciiiiroooo! Oddio Ciruzzo! Ma che mi combini Jesper...

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