Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:52 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. PROMISED LAND
  2. WALK
  3. AFTERLIFE
  4. MAKE YOUR MARK
  5. TRIED & TRUE
  6. UNIFIED
  7. FIND YOUR WAY
  8. HEART OF FIRE
  9. BRIDGE OF BROKEN LIES
  10. BETTER MAN
  11. LIVE TO DIE

Line up

  • Michael Sweet: vocals, guitars
  • George Lynch: guitars
  • James Lomenzo: bass
  • Brian Tichy: drums

Voto medio utenti

I “progetti”, le collaborazioni di prestigio o le super-band - a voi decidere qual è la definizione migliore - sono così … enormi aspettative, inevitabile sospetto e infine, qualunque sia il risultato, il dubbio di essere al cospetto di una situazione estemporanea e irripetibile.
Michael Sweet e George Lynch avevano già fatto ricredere qualche scettico con “Only to rise”, ma anche i più fiduciosi avranno sicuramente accolto con una certa sorpresa la notizia dell’uscita di “Unified”, in cui, per di più, i due titolari del monicker continuano a essere supportati da James Lomenzo e Brian Tichy, notabili del rockrama già efficaci contributori alla riuscita del debutto.
Ora che è stato scongiurato il rischio di considerare Sweet & Lynch una delle tante blasonate meteore della scena, arriva il “difficile”, e cioè essere all’altezza di quell’eccellente esordio e anzi possibilmente superarne le piccole “esitazioni”, non trascurabili solo a causa dello sfavillante pedigree dei protagonisti.
E allora precisiamo subito che l’opera in questione non è pienamente degna del suo predecessore e che sarà dunque assai improbabile che possa soddisfare in modo esaustivo i fans “storici” di Michael e George, quelli che, magari un po’ infantilmente, sognavano di veder condensati in un unico mitologico “mostro” artistico le migliori peculiarità di Dokken, Stryper e Lynch Mob.
Ciò detto, “Unified” è comunque un prodotto di valore, che piace per la sufficiente varietà dei temi espressivi proposti e per la notevole passionalità interpretativa dei musicisti, la quale andando ad aggiungersi a specificità tecniche tuttora pressoché irreprensibili, rende il quadro complessivo attraente e piuttosto convincente.
Si comincia con la possente apertura denominata “Promised land” (una sorta di Dio meets Judas Priest) e se qualche perplessità la destano gli arruffati esperimenti Aerosmith/Queen-eschi di “Walk”, le sfocature armoniche di "Find your way” e la superficialità emozionale di "Heart of fire”, il programma si risolleva in maniera imperiosa grazie all’heavy blues scuro e drammatico di “Afterlife”, ai guizzi di "Make your mark” (non lontana dai Rainbow “americani”) e alle soulful "Tried & true” e “Better man”, lasciando poi al flavour psichedelico della title-track il compito di stupire l’astante e alla sontuosa "Bridge of broken lies” quello di conquistarlo fino in fondo.
Live to die”, con il suo groove pulsante, è l’ultimo atto di un’oretta scarsa di buona musica, che si ascolta con piacere anche dopo numerose reiterazioni … personalmente nel commentare il lavoro di Sweet & Lynch avrei davvero voluto poter utilizzare termini più entusiastici e roboanti, tuttavia ritengo altresì necessario accogliere con favore la prosecuzione di una partnership già affiatata e proficua e che verosimilmente non ha ancora dato il meglio di sé.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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