Copertina 8

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:45 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. DEATH REVENGE OVERTURE
  2. DEFENDERS OF THE GRAVE
  3. LIFELESS
  4. DEAD END
  5. NIGHT WORK
  6. UNSPEAKABLE
  7. GRAVEMAKERS OF EDINBURGH
  8. THE HARROWING
  9. A FUNERAL PARTY
  10. THE ANATOMY ACT OF 1832
  11. INCARNADINED HANDS
  12. DEATH REVENGE

Line up

  • Matt Harvey: Vocals, Guitars
  • Ross Sewage: Vocals, Bass
  • Bud Burke :Guitars (lead), Vocals
  • Mike Hamilton: Drums

Voto medio utenti

Riguardando la discografia dei californiani caricata sul nostro portale, noto con curiosità che mi ritrovo a trattare il terzo disco degli Exhumed negli ultimi sei anni.
Le opzioni sono tre:
1. Piacciono solo a me
2. Nessuno in redazione si è proposto
3. È una casualità

Fortunatamente mi viene incontro l’insegnamento del saggio Maestro Oogway (avete visto anche voi “Kung fu Panda” vero?): “il caso non esiste”.
Prima che la testa cominci a fumare, meglio che inizi a parlare di “[I]Death revenge[/I]”, nuovo disco del sanguinolento quartetto americano...

Questo giro di danze prevede il primo concept partorito dalla band ( concept macabro ovviamente) basato sugli avvenimenti realmente accaduti a Edimburgo nel 1820 dove un gruppo di individui senza scrupoli si macchiò di brutali delitti e profanazioni di tombe allo scopo di vendere i corpi agli anatomisti.
Della serie: quando la realtà supera la fantasia.

il tempo di ascoltare una breve intro melodica e si inizia a fare sul serio con “Defenders of the grave” riconfermando in pieno i punti di forza del loro sound già ammirati in “All guts no glory” e “Necrocracy” con le personale rielaborazione delle strada indicata dai Carcass del periodo “Necroticism…”, alternando abilmente le parti pestate ai riff melodici.
Non è originale perché non siamo più nel 1992? E chi se ne frega!!!!

Non è un trattato filosofico, è death metal. E fatto maledettamente bene!
Vi sfido a non godere in pieno di brani come “Dead end” ,“The harrowing” (affilate come un coltello) “Night work” (il riff iniziale è più Slayer non si può), oppure di “Unspeakable” (una mazzata sulle gengive), e la lunga “The anatomy act of 1882” (dal mood horror e quasi maideniana nell’incedere finale) in cui la band dimostra in pieno le proprie abilità, giocando abilmente anche col doppio cantato screaming/growl per conferire ulteriore dinamicità ai pezzi.

Penso che “Death revenge” sia uno di quei lavori che debba finire nella playlist del 2017 di ogni appassionato del genere: nulla è fuori posto, nessun passo falso, solo death metal.
Non prenderlo sarebbe un delitto imperdonabile...

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