Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:48 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. HOLLOW EARTH
  2. COMPLETE RESECTION
  3. THE BOUNDARIES SET
  4. JESTER
  5. PARIAH
  6. ECHOES OF EMPTINESS
  7. CARVED FROM ABOVE
  8. 1.0.1
  9. RAISED ON DECAY
  10. CHOIR OF WOLVES
  11. THE ANTICHRIST

Line up

  • Jae Hadley: vocals
  • Nathan Sadd: guitars
  • Chris Martin: guitars
  • Cai Beschorner: bass
  • Jonathan Grimley: drums

Voto medio utenti

Indubbiamente gli Slayer sono un buon punto di riferimento per inquadrare il Thrash degli Shrapnel, formazione inglese al secondo full length (ancora su Candlelight Records), e lo dicono l'opener, "Hollow Earth", la martellante e più che riuscita "Echoes of Emptiness" e soprattutto lo conferma la conclusiva "The Antichrist", che in effetti si rivela proprio una cover del classico presente sul seminale "Show No Mercy".
Poi gli inglesi si possono accostare ad altre formazioni, come Exodus e Evil Dead (rispettivamente "Complete Resection" e "1.0.1"), Testament ("Jester") o, giusto per guardare all'Europa, ai Kreator ("Carved from Above") ed ai connazionali Onslaught, ma alla fine qualunque citazione può solo servire a ribadire come gli Shrapnel siano fautori di un Thrash Metal classico e ferale, caratterizzato da chitarre affilate e taglienti, ritmiche insistite e mitraglianti, soverchiato da un cantato che si rivela un ringhio incazzato, insomma totale aderenza ai canoni del genere.
E se "Choir of Wolves" con i suoi toni horrorifici ogni tanto sconfina dalle parti dei Mercyful Fate, gli Shrapnel non mancano all'appuntamento con quella folle corsa che lacera "Pariah", brano che conferma la capacità (su tutti l'inossidabile voce di Jae Hadley) degli Shrapnel di reggere agli strappi improvvisi e alle alte velocità, abilità ben ribadita anche dalla violentissima e teutonica "Carved from Above".

Thrash (ri)proposto davvero nel migliore dei modi, e del lotto come primo approccio consiglierei l'ascolto della riuscitissima titletrack: "Raised on Decay", a conferma che se non si possono premiare per l'originalità (ma è veramente così necessaria?) lo meritano per la capacità di essere credibili e di saper colpire - come schegge impazzite - l'ascoltatore.



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Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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