Copertina 5,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2005
Durata:47 min.
Etichetta:Century Media
Distribuzione:Self

Tracklist

  1. FOOLS NEVER DIE
  2. NEVER TRUST
  3. STILL ALIVE
  4. SOMETHING UNDEFINED
  5. OUT WASTED DAYS
  6. CUTS LIKE A KNIFE
  7. END OF OUR ROPE
  8. NEVER ENDING
  9. ONE BY ONE
  10. DELIVERANCE

Line up

  • Jonny Lindvist: vocals
  • Fredrik Mannberg: guitars
  • Nils Norberg: guitars
  • Nils Eriksson: bass
  • Owe Lingvall: drums

Voto medio utenti

Tra tutti i gruppi che avevano imboccato la strada del Power Metal ben prima degli exploit di HammerFall e Rhapsody, i Nocturnal Rites meritano senza dubbio un notevole rispetto. Una formazione di grande valore e di estrema solidità, capace di superare alla grande la separazione dal carismatico singer Zackrisson e di rimettersi in gioco, cambiando notevolmente il proprio sound con “Afterlife” (2000). Purtroppo quel coraggioso tentativo di imboccare nuovi percorsi musicali fu capito ed accettato da pochi fan, e così coi due successivi album i Nocturnal Rites tornarono ad un Melodic Metal più canonico, ma comunque godibilissimo. A pochi mesi di distanza dalla pubblicazione del cofanetto “Lost in Time”, che celebra i dieci anni dall’esordio discografico della band, i Nocturnal Rites pubblicano il settimo capitolo della loro carriera, “Grand Illusion”, un album che poco aggiunge al consolidato sound del gruppo di Fredrik Mannberg, stilisticamente molto omogeneo e vicino al precedente “New World Messiah”. Gli spunti elettronici di “Afterlife” sono ormai un ricordo, la loro assenza è compensata da qualche inedito assolo di tastiera qua e là, ma dal punto di vista del songwriting questo disco è generalmente deludente, troppo semplicistico e ripetitivo. Non basta piazzare qualche ritornello di grande effetto a dare la giusta incisività ai nuovi brani, che sicuramente hanno il pregio di essere immediati, ma che vi stancheranno già dopo pochissimi ascolti. E’ veramente un peccato, perché da un gruppo della classe dei Nocturnal Rites sarebbe lecito aspettarsi tutt’altra qualità. Si salvano comunque diverse canzoni ben riuscite, come le classiche “Never Trust” e “Still Alive”, o la convincente “Our Wasted Days”, oltre all’interessante “Cuts Like a Knife”, che per la presenza di cori in growl ricorda marcatamente la recente “March of Mephisto” dei Kamelot. Troppo poco per sperare in una sufficienza... speriamo che il prossimo album sia più ispirato!
Recensione a cura di Marco 'Lendar' Pessione

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