Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:46 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. I'LL BE WITH YOU
  2. GO SLOW
  3. LAW MAN
  4. HANGING AROUND
  5. LONELY SOUL
  6. NO RESOLVE
  7. INTERLUDE
  8. THE BRAVE
  9. RABBIT HOLE
  10. DRUNK WORDS
  11. GET LOOSE

Line up

  • Louis James: vocals, harmonica
  • Jack Fawdry: guitar, backing vocals
  • Steve Corrigan: drums
  • Aaron Plows: bass

Voto medio utenti

Non li conoscevo e, dopo averli visti di supporto agli Europe, avevano avuto “l’onore” di essere inseriti dal sottoscritto (nella nostra gloriosa Poll annuale) tra le nuove band più sorprendenti del 2015 … ritrovare oggi i Dirty Thrills accasati con la prestigiosa Frontiers non può che essere una buona notizia da estendere a tutti gli estimatori dell’hard rock blues, soprattutto di quelli che amano la “storia” del genere e non disdegnano al contempo una versione di quei suoni ravvivata e attualizzata.
In “Heavy living” troverete insomma Free, Zeps e Bad Company, ma anche The Black Keys, The Temperance Movement e Rival Sons, il tutto affrontato con la disarmante naturalezza di un gruppo che riesce a superare la superficialità di una “bella calligrafia” grazie a innate facoltà di attitudine e talento.
Pilotati da Louis James (figlio di Nicky, noto per la collaborazione con i Moody Blues) e dalle sue interpretazioni passionali ed espressive, i londinesi sfornano un dischetto piuttosto godibile, pieno di tensione e di melodie vincenti, supportate da una ritmica massiccia e viscerale.
Il fervore e lo slancio concessi alla poderosa openerI'll be with you”, alla “sudista” “Go slow” e alle ispirate “Hanging around”, “No resolve”, “The brave” (la mia preferita, probabilmente … impreziosita da un feeling bruciante e da un irresistibile tocco psych), “Rabbit hole” e “Drunk words” trasformano l’albo in qualcosa di decisamente superiore a una mera operazione nostalgica, mentre alla vibrante ballata “Lonely soul” e alle “radiofoniche” “Law man” e “Get loose” è affidato il compito di rendere ancora più completo e intrigante il programma di un disco che si ascolta ripetutamente con soddisfazione, ostentando un notevole equilibrio tra le lapalissiane influenze e una certa vivacità espositiva.
“Classici” senza per questo apparire fastidiosamente prevedibili, quindi, e anche se per insidiare seriamente l’egemonia del settore ai Dirty Thrills manca ancora un pizzico di scaltrezza e temperamento, le loro considerevoli doti sono già molto evidenti e l’esplosione “definitiva” non dovrebbe tardare molto. Attendiamo il “botto” …
Recensione a cura di Marco Aimasso

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