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Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:41 min.
Etichetta:Spinefarm Records

Tracklist

  1. BLACK STATIC (I)
  2. WHITE NOISE (II)
  3. MELANCHOLIA
  4. PULSE OF A NEW ERA
  5. SEA OF SYMMETRY
  6. INVERTED EARTH (I)
  7. SUNSHIFT (II)
  8. USPENDED ANIMATION
  9. THE WORLD WITHOUT US
  10. RESONANCE

Line up

  • Evan Brewer: bass
  • Navene Koperweis: drums
  • Chaney Crabb: vocals
  • Travis LeVrier: guitars

Voto medio utenti

Gli Entheos sono una sorta di all star band nata dalle ceneri dei deathcore masters Animosity e formata da membri di band quali Animal as Leaders e Faceless.
Il gruppo, formatosi nel 2015, giunge con "Dark Future" al suo secondo album di lunga durata e, purtroppo per loro, ha la sventura di capitare tra le mie mani.
Mi spiego.
Il loro death metal ultra tecnico, ricco di migliaia di riff, decine e decine di cambi di tempo, tastiere dal sapore spaziale, fraseggi ultra complessi, fughe di chitarra quasi jazz, caratterizzato, inoltre, da vocals (ad opera della "dolce" Chaney Crabb) a metà tra growl e strilla gorgoglianti (non saprei come altro definirle), a me trasmette solo ed esclusivamente una cosa: una grande rottura di coglioni.
Gli Entheos suonano davvero bene, solo un sordo non se ne renderebbe conto, e nell'album si sente in lungo ed in largo l'esperienza dei musicisti, però.. però c'è un grande però: dove sono i brani? Io non riesco a distinguere l'uno dall'altro. A me sembra tutto uguale, per carità un tutto suonato da DIO, ma tutto identico.
Ora, in giro per il web ho letto solo recensioni ultra positive per il precedente "The Infinite Nothing", uscito nel 2016, e quindi le cose sono due: o il gruppo ha completamente cambiato genere, oppure sono io che non capisco un cazzo.
Molto probabilmente è vera la seconda ipotesi.
Siccome sono una persona corretta, lascio questo "Dark Future" senza voto, sicuro che gli amanti delle masturbazioni musicali estreme troveranno pane per i loro denti, mentre per tutti gli altri, me compreso, suggerisco di uscire di casa e percorrere di corsa 30 chilometri: farete certamente meno fatica che ascoltare, attentamente, questo lavoro.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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