Copertina 8

Info

Anno di uscita:2017
Durata:62 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. DREAM THE DEAD
  2. WILL'S SONG (LET THE COLOURS RUN)
  3. THE HANDS ARE THE HARDEST
  4. LOVE CONQUERS ALL
  5. SONGS FOR NO ONE
  6. CAPULET
  7. FILL MY HEART
  8. INERTIA AND THE WEAPON OF THE WALL
  9. THE CANNON'S MOUTH
  10. GRAVES

Line up

  • Jim Grey: lead vocals
  • Dave Couper: bass, vocals
  • Sam Vallen: guitar
  • Adrian Goleby: guitar
  • Josh Griffin: drums

Voto medio utenti

Il caleidoscopio di influenze musicali degli australiani Caligula's Horse trova la sua sintesi perfetta in questo "In Contact", ambizioso concept album diviso in quattro capitoli - incentrati su diverse storie/personaggi - dedicati alla natura dell'arte e della creatività.

L'iniziale "Dream The Dead" è capace di mettere a sistema con classe "vecchio e nuovo" - King Crimson e Haken, Demians e Leprous, Dream Theater e Muse - prima della nervosa e claustrofobica "Will's Song" (che mi ha ricordato certe cose degli Headspace). "The Hands Are The Hardest", dalle sfumature epiche, è soft e orecchiabile - Jim Grey ha un timbro vocale che a tratti ricorda Ross Jennings - e anticipa "Love Conquers All", breve ed elegante brano di scuola wilsoniana. Si torna a picchiare duro con la riuscita "Songs For No One", che spicca per l'ampio range dinamico e per il chitarrismo mai banale di Sam Vallen, ma l'acustica e romantica "Capulet" - un po' Pain Of Salvation di "Remedy Lane" - smorza rapidamente i toni. L'elettronica appena accennata e funzionale all'arrangiamento di "Fill My Heart" sfocia nella recitata "Inertia And The Weapon Of The Wall" (concepita come "Love And Death And An American Guitar" di Jim Steinman), preludio a "The Cannon's Mouth", teatrale e spigolosa. La chiusura è affidata alla lunga ma accessibile "Graves", indubbiamente radicata nella produzione di Petrucci e soci del periodo Portnoy, ma comunque resa unica dal curioso intermezzo vocale/corale quasi vintage e dal cameo di Jørgen Munkeby degli Shining al sax.

Mi azzarderei a dire che con "In Contact" i Caligula's Horse hanno definitivamente scalzato Arcane, Karnivool e Voyager dal podio della scena heavy progressiva australiana: sto esagerando?

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 27 set 2017 alle 18:32

traspare gran classe..molta più che in gentaglia cacciata più in alto...ma la classe la riconoscono sempre in pochi...

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