Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2017
Durata:56 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. WITH A TIP OF THE HAT
  2. BINARY MAGIC
  3. BURN! WITCHES BURN!
  4. LONE GUNMAN RULE
  5. NOW YOU’LL NEVER KNOW
  6. I CAN DO MAGIC
  7. SERIOUS BLACK MAGIC
  8. SKELETONS ON PARADE
  9. MR. NIGHTMIST
  10. THE WITCH OF CALDWELL TOWN
  11. TRUE LOVE IS BLIND
  12. JUST KILL ME
  13. NEWFOUND FREEDOM
  14. ONE FINAL SONG

Line up

  • Mario Lochert: bass
  • Dominik Sebastian: guitars
  • Jan Vacik: keyboards
  • Urban Breed: vocals
  • Alex Holzwarth: drums
  • Bob Katsionis: guitars

Voto medio utenti

Che sorpresa! Ha dell’incredibile, ma questi non sembrano gli stessi Serious Black di “Mirrorworld” - full-length piuttosto deludente uscito appena l’anno scorso. Bisogna riconoscere che la band teutonica, dal 2015 a oggi, non si è fermata nemmeno un momento - e si è impegnata tanto sul fronte live quanto su quello discografico (tre album in tre anni sono ritmi davvero encomiabili) - ma questo nuovo “Magic” proprio non me l’aspettavo.

Il concept - perché di questo si tratta - affronta le vicende di Mr. Nighmist, personaggio che rivive la sua giovinezza dall’arrivo a Caldwell Town, città infestata da streghe tra cui “l’amore della sua vita” (segnalo che questo è quello che ho capito io dal “Listener’s Companion” fornito con il promo, ndr).

La scrittura è ispirata (forse grazie anche alla trama avvincente) e permette a ciascuno dei membri del combo di dare il meglio di sé - con il buon Urban Breed a svettare sui, pur bravi, compagni. Ecco allora alternarsi episodi tipicamente power (l’orecchiabile “Binary Magic”, la terzinata “Burn! Witches Burn!”, la spavalda “Just Kill Me”) ad altri di matrice hard rock/80s (“Now You’ll Never Know”, “I Can Do Magic”), tracce dal sapore teatrale (la titletrack o l’elegante e conclusiva “One Final Song”) a misurate concessioni sintetiche che non stonano (“Lone Ginman Rule”, “Newfound Freedom”). Ci sono poi ottime melodie, e anche gli assoli si distinguono per gusto ed efficacia (il duello chitarre/tastiera di “Skeletons On Parade” dice tutto), e pazienza per qualche “ruffianata” di troppo (penso a “Mr. Nightmist” o alle ritmiche maideniane di “The Witch Of Caldwell Town”).

Attenzione: preciso che in questo disco, musicalmente parlando, non troverete nulla che non avete già sentito altrove. Ciononostante penso che sia giusto constatare il deciso passo in avanti fatto da Breed e soci in appena pochi mesi. E premiarlo.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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