Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:36 min.
Etichetta:Pure Steel Records

Tracklist

  1. RESTORE CHAOS
  2. KEEP THE FAITH
  3. METAL SPIKE DEEP
  4. WE ARE READY
  5. THE LAST DAYS
  6. FIREY WINDS
  7. METAL TILL DEATH
  8. IN HELL

Line up

  • dave Overkill: vocal/guitars
  • Tim Hammer: bass
  • Matt Flammable: drums
  • Nick Annihilator: guitars

Voto medio utenti

Il gruppo di Cleveland è una vecchia conoscenza del panorama metal made in Usa, essendo attivi dal lontano 1983, anno in cui nella lontana Europa nasceva la NWOBHM.e le similitudini con questo filone musicale sono nettissime.
Se ascoltate uno qualsiasi degli 8 pezzi che compongono l'ultimo "Decibel Casualties" vi sembrerà di avere di fronte un lavoro dei Saxon o dei Judas più tirati, "sporcato" dalla velocità dei primi Metallica o degli Slayer
Ma non sono state tutte rose e fiori nella vita artistica del gruppo, basti pensare che la genesi del nuovo album appena uscito risale al 1987! Purtoppo il bassista di allora Dave Holocaust fu pugnalato a morte nel gennaio del 1988 e questa tragedia fece decidere al gruppo di rimanere fermi sino al 1999 quando la re-release del debut album "Maximum Destruction" da parte della Listenable Records e l'inaspettato successo che ne conseguì, fece loro cambiare idea.

Tornando alla musica, la proposta dei Destructor è quanto di più classico ci si possa aspettare per cui lasciate da parte ogni speranza di trovare novità di sorta, ma ciò che il gruppo fa gli riesce maledettamente bene ed è questo che conta alla fine.
Canzoni tiratissime, riff rocciosi, solos veloci ed un muro di suono davvero imponente sul quale si erge la potente ugola di Dave Overkill, una sorte di Eric Adams dei giorni nostri. La struttura dei brani è semplice e diretta, strofa+ ritornello+strofa ma riesce sempre a tenere alto l'interesse dell'ascoltatore con un songwriting fresco, energico e classicamente bombastico. I riff di chitarra sono secchi ed hanno una componente epica di fondo, basti ascoltare l'iniziale " Restore Chaos" che parte con un riff veloce cui attacca la batteria e le vocals a seguire, tuttii i pezzi sono serratissimi, la batteria è un motore inarrestabile che per tutta la durata del disco tiene un ritmo forsennato, ci sono stop&go e accelerazioni, nella conclusiva, l'articolata "In Hell", troviamo l'unico bridge centrale a stemperare la furia, oltre a delle incisive twin-guitars in puro stile maideniano.
La classicità di questo lavoro lo si trova in ogni traccia e per nostra fortuna niente suona vecchio, nonostante i deja-vu siano tantissimi, a dimostrazione che spesso conta di più la passione, la determinazione, la convinzione nei propri mezzi piuttosto che la tecnica fine a se stessa.
Per i veri defenders, only...
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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