Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:137 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records
Distribuzione:Plastic Head / Code 7

Tracklist

  1. THE NIGHT HAS COME FOR ME
  2. MAGICA
  3. COSMIC KEYS TO MY CREATIONS & TIMES
  4. SORROW OF DAEDALUS
  5. WHAT WAS IS NO MORE
  6. FIGHTING THE SERAPHIM
  7. DESCENT
  8. THE WORLD TREE BURNS TO VAPOUR
  9. LOST AND FORGOTTEN
  10. NOCTURNAL
  11. YOUR DEATH IS CHOSEN
  12. THE TEMPEST ENTRANCED
  13. DIS PATER
  14. A WHISPER'S EMPTINESS
  15. THEME OF FOREST AND FIRMAMENT

Line up

  • Dis Pater: everything

Voto medio utenti

Dopo i precedenti Funerals from the Astral Sphere e Shards of Silver Fade, tornano i Midnight Odyssey con una nuova opera semplicemente monumentale: "Silhouettes Of Stars", infatti, celebra, con una interminabile raccolta, divisa in due CD, di oltre due ore(!!), i primi dieci anni di attività della one man band australiana attraverso una serie di composizioni, quindici in tutto, che Dis Pater, la mente del gruppo, ha inciso fin dal 2007, anno di fondazione del progetto.
Se da un lato l'album è un ottimo modo per conoscere i Midnight Odyssey ed il loro Ambient black metal molto legato, particolarmente per questi brani inediti, ai dischi di esordio di Emperor (omaggiati infatti con la cover di "Cosmic Keys To My Creations & Times"), Limbonic Art, Troll, Gehenna o Satyricon, dall'altro lato, invece, un minutaggio così elevato per un genere così, passatemi il termine, ripetitivo ed ipnotico può essere un grande deterrente per il suo ascolto ed un motivo per relegare il tutto nei confini del più underground degli underground.
Sono dell'idea che se Dis Pater mettesse il suo talento, perché ne ha, al servizio di album più brevi e meno "pretenziosi", la sua proposta ne trarrebbe giovamento perché avrebbe la possibilità di essere più focalizzata sulle caratteristiche salienti del suono del gruppo senza perdersi in inutili lungaggini con la conseguenza che i Midnight Odyssey potrebbero presentarsi ad un pubblico, certo di nicchia, ma più grande di quello attuale ed in grado di apprezzare la commistione tra le ambientazioni spaziali delle tastiere ed il riffing zanzaroso e gelido delle chitarre che costituiscono l'essenza della proposta di un gruppo non particolarmente innovativo, ma che di certo ha diverse frecce al proprio arco.
Quali frecce?
Certamente l'australiano è bravissimo a creare la giusta atmosfera con la sua musica così distante e spaziale ed è altrettanto abile nello scrivere brani in grado di farti perdere la cognizione dello spazio e del tempo portandoti alla completa alienazione che, a ben guardare, dovrebbe essere il fine ultimo di questo tipo di proposta: e se ci pensiamo con attenzione, messa da parte la tecnica che nel contesto conta poco, quelli che ho appena descritto sono i plus che l'Ambient black metal dovrebbe sempre avere.
Concludo questa breve analisi di "Silhouettes Of Stars" sottolineando che la raccolta in questione mi sta bene che sia così mastodontica, in fondo è una sorta di "vademecum" del gruppo, però, spero fortemente, che il prossimo album rinunci alla follia delle ore e ore di durata per attestarsi su una più umana fruizione della musica anche perché, e qui dubito possiate contraddirmi, di Darkspace ci sono solo i Darkspace.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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