Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:42 min.
Etichetta:I, Voidhanger Records

Tracklist

  1. CHANT I – LE THéâTRE
  2. CHANT II – LE SOLEIL
  3. CHANT III – L'HOMME
  4. CHANT IV – L'ENFANT
  5. CHANT V – LE DIE
  6. CHANT VI – LE VIEILLESSE

Line up

  • Hazard: instruments, vocals

Voto medio utenti

Si può suonare musica "estrema" senza utilizzare chitarre, basso e batteria?
A sentire l'omonimo esordio del progetto Les Chants du Hasard, one man band francese, verrebbe da rispondere di si.
Le atmosfere del Black Metal ed i vocalizzi estremi sono contestualizzati in un ambito musicale lontanissimo dal metallo in genere, non solo da quello estremo: Hazard, la mente del progetto, ci offre musica lirico / sinfonica, ispirata per sua stessa ammissione a Modest Mussorgsky, Sergej Prokofiev e Richard Strauss, creata, esclusivamente, per mezzo di tastiere e campionatori per un risultato finale in cui epicità, oscurità e teatralità si alternano lungo i sei canti che compongono l'album, dando vita ad una musica dal forte impatto "visivo" e dal sapore Ambient / cinematografico francamente spiazzante e, di certo, particolare.
L'artista francese è indubbiamente coraggioso a scegliere sonorità che alla maggior parte del pubblico metal, al quale comunque questo album credo sia rivolto, non solo non interesseranno ma che, probabilmente, risulteranno indigeste se non proprio noiose.
La verità, a mio avviso, è che "Les Chants du Hasard" è un album di buon valore soprattutto per le particolari atmosfere che riesce a creare e che nascono dal forte contrasto tra la base classica, ottocentesca direi, e la malignità del metallo nero che aleggia tutto intorno nei brani come se gli Arcturus de la "Masquerade Infernale" avessero deciso di non utilizzare alcun strumento elettrico e avessero voluto tributare i grandi compositori di musica sinfonica del passato, oppure come se gli Ulver elettronici avessero deciso di cimentarsi con un'opera teatrale dal sapore "antico".
Vista la peculiarità di questo "Les Chants du Hasard", e considerando anche che l'etichetta I, Voidhanger Records difficilmente sbaglia qualcosa, vi consiglio di dare un ascolto a questo artista per capire se può fare al caso vostro o se preferite restare all'interno dei confortevoli confini della musica metal tradizionale.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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