Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:54 min.
Etichetta:By Norse

Tracklist

  1. INTRO – DEPOSITION
  2. BONE
  3. FIRE TONGUE
  4. GAMMA
  5. SALT
  6. TEETH (BONUS TRACK)

Line up

  • Ivar Bjørnson: synth, guitars
  • Steve Austin: guitars, effects

Voto medio utenti

Ivar Bjørnson, la mente dietro i grandi Enslaved, abbandona per un attimo la proposta estrema del suo gruppo principale, anzi sarebbe meglio dire che abbandona del tutto la musica metal, per rilasciare "Hydrogen", debut album del suo nuovo progetto BardSpec che viene licenziato dalla By Norse Records e che si giova della collaborazione di Steve Austin (Today is the Day) alle chitarre ed agli effetti.
Come ho appena anticipato, in questo album non troverete nulla che rimandi agli Enslaved o al metal in generale: "Hydrogen" è una sorta di trip lisergico all'interno della ambient music e prende vita da quelle che sono state le intuizioni di gruppi come Tangerine Dream, The Future Sound of London, Autechre o Kraftwerk per offrirci oltre 50 minuti di musica ipnotica, dal vago sapore sciamanico, nella quale tenui arpeggi di chitarra duettano con le macchine in un valzer asettico e, come ho già detto, lisergico.
Tutti i brani dell'album, dalla durata sempre importante, hanno una costruzione sonora speculare e vivono in un costante crescendo che partendo da atmosfere rarefatte e allucinogene sfocia in ritmi spesso tribali dal forte sapore industriale per un risultato finale dall'indubbio fascino e dal forte potere alienante grazie ai paesaggi sperduti che è in grado di dipingere di fronte agli occhi di chi ascolta.
Ivar non inventa niente di nuovo, credo che la cosa sia abbastanza chiara, e con un lavoro del genere certamente si alienerà le "simpatie" dell'intransigente popolo metallaro, ma dimostra, in ogni caso, di essere un artista intelligente ed aperto ad un ampio spettro di influenze, cosa quest'ultima che chiunque conosca gli Enslaved, e la loro evoluzione sonora, non farà fatica a riconoscere per vera.
Il mio consiglio, se esiste ancora qualcuno che accetta i consigli, è quello di aprire la propria mente e fare entrare il suono di un album "diverso" come "Hydrogen" che con le sue atmosfere rilassate, illusorie e fumose saprà regalarvi un biglietto di solo andata per un lungo viaggio nei meandri del vostro Io.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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