Disequazione - Progressiva Desolazione Urbana

Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2016
Durata:45 min.
Etichetta:Andromeda Relix
Distribuzione:GT Music

Tracklist

  1. INUTILE
  2. VASO DI PANDORA
  3. E' GIORNO ORMAI
  4. NEL GIORNO DEL PICCOLO GIK
  5. PROGRESSIVA DESOLAZIONE URBANA PARTE I
  6. PROGRESSIVA DESOLAZIONE URBANA PARTE II
  7. PROGRESSIVA DESOLAZIONE URBANA PARTE III

Line up

  • Luca Sparagna: vocals
  • Giorgio Radi: bass
  • Vinicio Marcelli: guitar, flute
  • Dario Degrassi: keyboards
  • Fjodor Cicogna: drums

Voto medio utenti

Da vecchio estimatore del prog-rock “classico” non posso che rimanere molto affascinato (ehm, artwork a parte … ) da “Progressiva desolazione urbana” dei Disequazione, formazione italiana che si abbevera con gusto, forte della sua notevole esperienza, all’inesauribile fonte ispirativa rappresentata da Genesis, Camel, PFM e Le Orme.
Con un’introduzione del genere potrebbe sembrare che il disco si rivolga esclusivamente ai “nostalgici” del genere, e in parte tale impressione è confermata dai fatti, ma se amate “gente” come The Flower Kings e Transatlantic ben sapete quanto certe influenze appaiano imprescindibili anche per le tendenze più “recenti” di un suono che non sempre nelle sue derive maggiormente “moderniste” ha saputo trovare un’analoga forza emotiva.
Al di là di ogni altra valutazione, l’oggetto di questa disamina si rivela un ottimo lavoro, composto e suonato con estrema cura nonché alimentato da una poetica di spessore, che “scomoda” addirittura un premio Nobel per la letteratura come Eugenio Montale (sua una citazione presente nel booklet) per sostenere il tema dell’isolamento e della solitudine dell’essere umano nelle società metropolitane.
Pilotato dalla voce tersa e comunicativa di Luca Sparagna, a volte non troppo dissimile da quella del mitico Aldo Tagliapietra (con cui il nostro ha, tra l’altro, collaborato in più di un’occasione) il programma si dipana con efficacia e intelligenza, sofisticato eppure anche abbastanza facile da “ricevere”, senza per questo apparire banale.
Inutile” è uno splendido modo per aprire il disco, con le sue sonorità equamente sospese tra vaporose liquidità e raffinatezze e non è da meno la successiva “Vaso di Pandora” sostenuta dalla straordinaria prestazione di Giorgio Radi al basso e pulsante di nitida classe.
E' giorno ormai” è un pezzo ricco di groove e di spumeggiante solarità, “Nel giorno del piccolo Gik” ammalia per l’onirica e melodrammatica tensione espressiva, mentre il frammento in tre parti che dà il titolo all’opera contiene tutti gli ingredienti necessari alla tipica suite progressiva (tra i mirati ricami Floyd-iani e piccole scorie di marca King Crimson), arrangiati con temperamento, spiccata vocazione melodica e pure una certa “freschezza”.
Progressiva desolazione urbana” è un albo di valore, che si posiziona in quella terra di mezzo fatta di musica “oltre il tempo”, destinata a procurare un’intatta soddisfazione cardio-uditiva ai progofili di ogni epoca.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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