Copertina 8

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2017
Durata:56 min.
Etichetta:Frontiers
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. INTERMISSION
  2. THE CALLING
  3. LOVE
  4. COURAGE
  5. KINDNESS
  6. HONESTY
  7. FAITH
  8. RELIANCE
  9. COMMITMENT
  10. THE AWAKENING
  11. THE NEW BEGINNING

Line up

  • Andrea Buratto: bass
  • Aldo Lonobile: guitars
  • Gabriele Ciaccia: keyboards
  • Michele Luppi: vocals
  • Marco Lazzarini: drums

Voto medio utenti

Era una fredda notte di novembre.

Ricordo il camino acceso, un buon brandy invecchiato, fuori nevicava.
Accendo lo stereo, metto il cd.

Mi accomodo sulla poltrona di fronte il Kenwood, mi rilasso, mi pregusto le emozioni di lì a venire.

Quanto mi avevano entusiasmato i primi due, "Mistress Of The Shadowlight" e "A Time Nevercome", peraltro pubblicati dagli amici della Elevate Records, etichetta romana di cui adoravo moltissime uscite.

Di fronte al successo di questi dischi, il passaggio alla potentissima Nuclear Blast e la pubblicazione, nel 2003, di "Scent of Human Desire".

Fu la fine del mio rapporto d'amore con i Secret Sphere.
Un disco, un cambio di direzione che non ho mai digerito, mai capito.
Una svolta hard rock, a volte con sfuriate mezze thrashose, nulla più del power metal degli esordi.

"Basta, è finita. Cancella il mio numero, non chiamarmi più", pensavo.
E così fu, purtroppo sono un tipo emozionale e quando qualcosa mi delude troppo...si spegne l'interruttore, il mio interesse per le cose future è inesistente. Rimane la stima per quanto fatto ed i milioni di ascolti dei primi dischi ma quanto verrà in futuro non è più affar mio.

Poi, per ironia della sorte, una notizia negativa (per me) come quella dell'abbandono di Roberto Messina alla voce mi fa accorgere che i Secret Sphere esistono ancora, nonostante il mio diniego di tanti anni prima.

Ed arriviamo a questo 2 giugno 2017, grazie alla Frontiers Records, a questo "The Nature of Time", non senza gli ascolti preliminari di "Portrait of a Dying Heart", ovvero il lavoro che ha fatto debuttare Michele Luppi nei Secret Sphere.

Tutta questa interessantissima storia per affrontare questa recensione con i miei occhi e le mie orecchie, perchè per me il passato è sempre prioritario, bellissimo, unico ed indimenticabile.
Messina mi manca. Eccome se mi manca.

E chiunque potrà tentare la dissuasione, ma "A Time Nevercome" sarà PER SEMPRE il disco più bello dei Secret Sphere, qualsiasi cosa riescano a comporre da qui fino al 2080.

Detto questo, Michele è un grandissimo cantante, anzi personalmente lo metto a mio avviso decisamente nella top 5 italiana, ma come sostenuto da molti nel nostro forum (ed io sono d'accordo) purtroppo si nota una certa uniformità di esecuzione e produzione, una "luppizzazione" di ogni band in cui ha cantato, portando un po' ad una canonizzazione del risultato ed al tempo stesso alla realizzazione di un disco impreziosito dalla performance di Luppi che è sempre meravigliosa.

Il concept album che ci troviamo di fronte, e di cui mi rammarico di non poter valutare e godere anche dal punto di vista lirico, raggiunge senza dubbio un valore superiore al disco precedente, forse proprio per merito della volontà di "The Nature of Time", un concept che giocoforza aumenta dinamismo, momenti, drammaticità ed intensità, rendendo il tutto maggiormente vario, mai scontato, affrontando ogni traccia con uno spirito diverso e quasi come fosse un disco diverso ogni volta, talmente tante le influenze e le direzioni prese dalla band di Lonobile, peraltro a dir poco eccelsa a livello tecnico e supportata da un sound assolutamente brillante.

Una sorpresa, anche per me, risentirli pienamente in territori prog power (MA NON power prog, attenzione perchè la differenza c'è ed è notevole...) peraltro in composizioni che, a mio parere, aumentano il valore di una band che ormai nel pieno della propria maturità va a cimentarsi con classe ed eleganza, piuttosto che tramite velocità e potenza.

Raccomandato in primis a tutti coloro che questa maturità l'hanno abbracciata anche sul piano personale e che ne potranno cogliere in misura maggiore le sfumature e le varie identità, peraltro in un necessario lavoro di affinamento che un disco sì immediato sulle prime ma anche bisognoso di tempo per un maggiore approfondimento e quindi godimento. Il pugno "duro" dei Secret Sphere è terminato anni fa e per chi rimarrà sempre adolescente rimane lassù, immarcescibile ed immutabile nel tempo.

Ma non per questo è giusto ignorare il presente e vivere unicamente di ricordi.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 30 apr 2018 alle 13:05

concordo di base col commento di polymar. inizialmente il disco non mi aveva convinto, poi è cresciuto con gli ascolti, complice anche la fantastica esibizione a teatro dove è stato riproposto interamente con musicisti addizionali e scenografia.

Inserito il 14 giu 2017 alle 09:38

Raga..vi conviene ascoltare meglio, che questo disco è una SORPRESONA. Prog/Power ad alto impatto emozionale (in più di un passaggio mi tornano in mente i favolosi Everon) ed è per questo che potrebbe sembrare che l' AOR prenda il sopravvento. Io invece ci risento anche i Secret Sphere del primo indimenticabile disco in episodi come Courage (TOP), Faith (TOP), Reliance (TOP), The Awekening (TOP) e Kindness è un pezzo d'atmosfera meraviglioso. Forse si poteva sperare in una chiusura migliore, perchè The New Beginning paga il dazio al concept risultando il pezzo meno convincente. Luppi, che è ben lontano da essere il mio cantante preferito, qui dimostra finalmente grande personalità calandosi perfettamente nel binomio scrittura musicale/testo, con punte evocatice notevoli. E' un disco che riesce a trasmettermi più sensazioni con la sua "apparente" semplicità, di quanto non riescano a fare tutte queste nuove "fenomenali" band prog, incensate un pò da tutti ma a cui non riesco proprio ad affezionarmi. Che dire, ti quoto alla grande, anzi alla stragrande :D Io ho sempre fatto fatica con questa band a causa di un cantante che ,IMHO, non era assolutamente all'altezza, di contro, il precedente disco sembrava uno dei tanti dischi con Luppi alla voce e che a me sembrano tutti uguali...stavolta si è accesa la lampadina, bravissimi.

Inserito il 12 giu 2017 alle 15:06

beh sono contento che in ogni caso siano state smosse un pochino le acque...io sulle prime ho avuto un po' di difficoltà poi tutto è decollato in fretta. Prog/power ad alti livelli, spruzzato di AOR.

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