Copertina 6

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:37 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. CLARITY THROUGH DEPRIVATION
  2. THE WARMTH WITHIN THE DARK
  3. YOUR LAST BREATHS
  4. RETURN TO THE ABYSS
  5. THE VIOLATION
  6. OF THE DARK LIGHT
  7. SOME THINGS SHOULD BE LEFT ALONE
  8. CAUGHT BETWEEN TWO WORLDS
  9. EPITAPH OF THE CREDULOUS

Line up

  • Frank Mullen: vocals
  • Terrance Hobbs: guitars
  • Charlie Errigo: guitars
  • Derek Boyer: bass
  • Eric Morott: drums

Voto medio utenti

Diciamolo subito, la copertina moderna e 'ggiovane diramata sui social ed i suoni plasticosi e bombastici del singolo (Your Last Breaths) rilasciato dai Suffo un mese prima della pubblicazione di "...of the Dark Light", non hanno certo dato sicurezze. Lo stravolgimento della line up ed i quattro anni di silenzio dal precedente lavoro hanno poi aggiunto ulteriore preoccupazione ai fan dalla band di New York. Ora ci siamo, il nuovo disco è fuori e posso dirlo: pensavo peggio, ma anche no. Che di per se è un affermazione che non dice molto, ma ci siamo almeno salvati da una merdazza indegna dello storico nome della band. E ora vi spiego meglio, almeno, ci provo.

Da una parte è vero che, dopo la pubblicazione del precedente disco, della partita erano rimasti solo Mullen e Hobbs (e persino Frank ha mollato spesso la band in sede live per impegni di lavoro -sí, hanno un lavoro, non mangiano con la musica-) ma dall'altra, la loro storia ci insegna che a fronte di avvicendamenti nell'organico, i Suffocation sono sempre riusciti a tirar fuori buoni dischi. Ma soprattutto, sono sempre riusciti a dare un'impronta, una caratterizzazione che te li faceva riconoscere subito. Questo nuovo lavoro, tra alti (pochi) e bassi, non fa eccezione.

Non molti brani presenti sul disco sono di buon livello, siamo invece costretti a fare i conti con un paio di pezzi di spessore, qualche buon momento e parecchi, troppi, minuti di mestiere. Mestiere eseguito con competenza e con le giuste armi ma questo è quello che mi aspetto da una death metal band discreta del 2017, non dai Suffocation. Quel cannabinoide con le treccine di Terrance macina i suoi riff come consueto ma non molti riescono a superare il muro della "normalità" e strappare un pugno alzato o un'espressione che ti fa dire "sì, cazzo!". Forse il nuovo Charlie Errigo non è riuscito ad apportare un contributo chitarristico significativo, dovuto probabilmente al breve periodo passato dal suo ingresso in line up, sta di fatto che ascoltando il disco non si viene investiti da un muro di riff, non sia ha la sensazione, appunto, di soffocare. Ascolto dopo ascolto, l'album non rivela cose da scoprire, passaggi che emergono alla distanza, ma dà tutto subito. Già il precedente Pinnacle of Bedlam era un disco più "snello" del solito, ma quando c'era da incazzarsi e pestare (grazie anche ad un motore come Dave Curloss) ci riusciva bene, ora sembra che il suono sia a metà strada tra un death metal asciutto, un filo moderno, e la voglia di provare ad essere oppressivi, opprimenti, senza riuscirci bene. Alcuni elementi x-core sono poi presenti lungo tutto il disco ma ormai dobbiamo farci l'abitudine, anche perché questo "nuovo" componente del sound è presente in piccola parte già da Souls to Deny ed è un tentativo (più o meno condivisibile) di svecchiare il modo di comporre dei Suffo. La prestazione della band è parecchio buona a partire da Mullen, passando per il lavoro di basso secco e preciso di Boyer, per arrivare ad una batteria varia, veloce ma che non vuole strafare. I suoni scelti, poi, sono davvero giusti, puliti, potenti con ogni passaggio perfettamente percepibile ma senza scadere nell'effetto "plasticone", il che è un risultato parecchio apprezzabile e che fa rientrare l'allarme accesosi con i primi estratti dal disco messi in rete.

Il problema di "...of the Dark Light" è il songwriting sempliciotto, con riff portati avanti eccessivamente, innesti di melodia, molti pezzi lenti e mancanza di cattiveria.
Chi vuole continuare a seguirli deve naturalmente venire a patti con la realtà: i tempi di Pierced From Within sono andati. Quello che rimane, quello che abbiamo in mano oggi, è l'ombra di una band un tempo mostruosa che ha pubblicato un nuovo disco di death metal "per tutti", che di buono porta la scusa per andare in tour, per far loro suonare dal vivo il materiale immortale che negli anni hanno composto.
Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 giu 2017 alle 15:04

Non posso parlare di delusione solo per il fatto che ormai non mi aspetto più nulla da loro. Ma certo...che delusione.

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