Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2017
Durata:59 min.
Etichetta:Inner Wound Recordings

Tracklist

  1. LAND OF INFORMATION
  2. KINGDOM OF SOLACE
  3. STAR MEN
  4. A WORLD DIVIDED
  5. NEMESIS
  6. CONTINGENT - PART I: THE CAMPAIGN
  7. 20 SECOND CENTURY
  8. OBSESSION
  9. HEIR APPARENT
  10. CONTINGENT - PART II: THE HAMMER OF REMNANT
  11. UNDER RESTRAINT
  12. THE TIDES THAT WON'T CHANGE
  13. SYMPHONY OF TEARS

Line up

  • Terje Harøy: vocals
  • Jacob Hansen: guitars, bass
  • Jonah W.: keyboards
  • Toke Skjønnemand: lead guitars
  • Morten Gade Sørensen: drums

Voto medio utenti

Per la nuova prova sulla lunga distanza i danesi Pyramaze si confrontano con l'immancabile concept album, questa volta dalla trama post-apocalittica ispirata da temi attualissimi come la supremazia della fratellanza e dell'amore sulla guerra e sulla diversità.

La coerenza della trama si riflette pesantemente sul sound del disco, un power-prog monolitico molto vicino quelli degli ultimi Evergrey (non a caso c'è Jacob Hansen dietro - e davanti - al mixer) che sconfina spesso nella musica sinfonica/cinematografica strizzando l'occhio ai Kamelot di Thomas Youngblood.

"Land Of Information" attacca con i synth di Jonah W. in evidenza (e non ci lasceranno per tutta la durata del full-length) prima di esplodere in una bordata degna dei nomi di cui sopra. Le tinte apocalittiche di "Kingdom Of Solace" preludono a "Star Men", altro brano tiratissimo dove il buon Harøy tenta (con poco successo) di fare il Karevik della situazione. "A World Divide" sprizza epicità da tutti i pori, così come la successiva "Nemesis", dal break inaspettatamente morbido. La breve e strumentale "Contingent - Part I" sfocia nella ruspante "20 Second Century", con Skjønnemand e Sørensen sugli scudi. Non c'è un attimo di tregua nemmeno nelle successive "Obsession" e "Heir Apparent", e c'è da aspettare "Contingent - Part II" per incappare nuovamente nelle sonorità cinematografiche (ma più elettroniche) della sesta traccia. "Under Restraint" è un buon cocktail a base di ritmiche serrate e melodie ficcanti, prima dell'unica (e ottima) ballad del lotto, "The Tides That Won't Change", dove Harøy duetta con la brava Kristen Foss (ma non c'era anche nell'ultimo Evergrey un duetto Tom Englund/Floor Jansen? ndr). La chiusura è affidata alla pregevole "Symphony Of Tears", song dal groove indiscutibile e dalle azzeccate accelerazioni centrali.

Formalmente "Contingent" è un album ineccepibile (canzoni ben scritte, produzione chirurgica, ottima performance dei musicisti), ma personalmente l'ho trovato comunque un po' "freddino", parecchio derivativo e, a tratti, "claustrofobico". Se potete soprassedere su questi dettagli, aggiungente pure un punto alla valutazione indicata in calce...

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 01 mag 2017 alle 16:12

Buon disco, ma decisamente inferiore al precedente e per me clamoroso Disciples Of The Sun. In ogni caso ben tornati :)

Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.