Astrolabio - I Paralumi della Ragione

Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2017
Durata:50 min.
Etichetta:Andromeda Relix

Tracklist

  1. DORMIVEGLIA #1 (BLACK)
  2. NUOVO EVO
  3. UNA COSA
  4. PUBBLICO IMPIEGO
  5. ARTE(FATTO)
  6. OTTO OCHE OTTUSE
  7. LA CASA DI DAVIDE
  8. SUI MURI
  9. DORMIVEGLIA #2 (BIRD)

Line up

  • Michele Antonelli: vocals, guitars, flute
  • Massimo Babbi: keyboards
  • Paolo Iemmi: vocals, bass
  • Alessandro Pontone: drums
  • Marco Ciscato: guitar solo on #2
  • Andrea Calzoni: flute on #4 and #6
  • Lucia Caffini: violin on #2
  • Francesca Marangoni: backing vocals on #2 and #8
  • Massimo Piubelli: backing vocals on #6
  • Zeno Antonelli: backing vocals on #6

Voto medio utenti

Definiscono la loro proposta ”Rock Degressivo” e già da questa catalogazione, intesa a sfrondare di seriosità un genere musicale spesso eccessivamente snob, i veronesi Astrolabio ostentano un approccio ironico alla materia, utilizzando le “armi” della satira e della parodia per fornire all’astante un’immagine piuttosto efficace della disgregata realtà sociale, politica e culturale in cui viviamo.
All’interno di quest’universo grottesco e “fantozziano”, dove il sorriso ti conduce a riflettere sul conformismo comune e sulle meschinità di una società affetta da conflitti, distorsioni e da una forma diffusa di becera demagogia, si muovono musicisti alquanto preparati e ispirati, capaci di rivolgersi alla migliore stagione del “pop italiano” degli anni settanta (PFM, Banco Del Mutuo Soccorso, Delirium, …) senza lasciarsi affossare dal peso di cotanto patrimonio o cedere a tentazioni virtuosistiche, pur mantenendo saldi i principi creativi tipici del settore.
Un rock “progressivo” dai contorni classici, dunque, ma anche pragmatico e “reale” (o forse sarebbe meglio dire “surreale”), che dietro all’apparente “leggerezza” nasconde un impatto comunicativo ben superiore a molti slogan tanto roboanti quanto retorici.
I paralumi della ragione”, attraverso un concept suddiviso tra sogno e coscienza, si rivela un ascolto piacevole e coinvolgente, subito illuminato dalle pulsazioni hard-prog di “Nuovo evo” e dalle atmosfere mutevoli di “Una cosa”, ricche di pathos e tensione espressiva.
Si prosegue con le vibranti vicende Kafkiane di “Pubblico impiego”, in “Arte(Fatto)” il gruppo solca strutture armoniche maggiormente intimistiche (adatte al tema del brano, in cui si esprime l’atavico senso d’inadeguatezza dell’artista, dibattuto tra critica e pubblico, frustrato dalla difficoltà di far comprendere la sua opera e riceverne un’adeguata gratificazione), in contrasto con il clima giocoso di “Otto oche ottuse”, una sorta di “filastrocca evoluta” a cui contribuisce pure Zeno, il figlio di quattro anni del valoroso mastermind della band veneta Michele Antonelli.
La casa di Davide”, dedicato alla drammatica e infinita questione Palestinese, con le sue citazioni implicite ed esplicite (l’incipit, con le parole di Mahmoud Darwish, rievoca fatalmente gli Area di “Luglio, agosto, …”, mentre nel prosieguo del pezzo è palese il fugace omaggio ai Deep Purple di “Black night” ...) e una tessitura sonora variegata e densa di emozioni profonde, è un momento di grande magia prog-rock e il medesimo appellativo va concesso anche a “Sui muri”, frammento dall’andamento magnetico ed epico che affronta il tema del decadimento psico-fisico dell’essere umano, qui testimoniato dai molti ocelli di un ragno, insolito spettatore del lento e inesorabile trascorrere del tempo.
Un disco che si colloca con autorevolezza ed eccellenza nel solco della grande tradizione italica del settore e allo stesso tempo è perfettamente inserito nell’attualità di un mondo purtroppo anestetizzato, ipocrita e assurdo, confidando che non sia l’unico possibile e che l’umorismo, la musica e l’arte in generale possano essere risorse importanti per provare a renderlo un po’ migliore o quantomeno differente … bravi Astrolabio.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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Inserito il 07 apr 2017 alle 09:46

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