Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:45 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. HURT
  2. APOLOGIZE
  3. LOVE INJECTION
  4. TURN BACK TIME
  5. FALLING APART
  6. STRAIGHT THROUGH THE HEART
  7. WHENEVER I'M DREAMING
  8. DO YOU BELIEVE
  9. BURIED ALIVE
  10. THIS IS WHERE THE HEARTBREAK BEGINS

Line up

  • Jimmy Westerlund: guitars
  • André Linman: vocals
  • Ossi Sivula: drums
  • Jonas Kuhlberg: bass

Voto medio utenti

Influenze pomp/AOR, distorsioni hard-rock, pop, un minimo di elettronica, una voce suadente e comunicativa e tanti ritornelli ruffiani, è questa la ricetta sonora “cucinata” dagli One Desire, nome nuovo della scena, dietro al quale, in realtà, si celano personaggi di considerevole esperienza.
E diciamo subito che tale preparazione e pure una certa “scaltrezza” si percepisce in maniera piuttosto netta, poiché Ossi Sivula, Jimmy Westerlund (Negative, Sturm Und Drang, Joel Madden of Good Charlotte, ...), Andre Linman (Sturm und Drang) e Jonas Kuhlberg (Paul Di´Anno, Cain´s Offering, MyGrain) confezionano un albo di debutto davvero “ready to kill”, attrezzato per trafiggere in modo fatale il cuoricino di tutti gli chic-rockers fin dal primo ascolto.
Il fatto è che questo tipo di prodotto, che potremmo per approssimazione definire una sagace miscela di Brother Firetribe, Pretty Maids, Def Leppard, Europe e The Rasmus, mi fa spesso uno “strano” effetto, e cioè mi appassiona all’istante e poi finisce velocemente nel dimenticatoio, sfibrato da una parossistica e ridondante voglia di “facile presa”.
Fortunatamente “One desire” è sfacciatamente contagioso e altisonante, ma anche abbastanza variegato e pregno di un discreto spessore espressivo, tanto da riuscire ad accostare con enorme disinvoltura sciccherie di derivazione “adulta” come “Apologize”, “Turn back time” (la mia preferita in assoluto!) e la ballatona “This is where the heartbreak begins” a un vivace frammento synth-rock come “Love injection”, per poi prorompere in una bordata power/pomp del calibro di “Buried alive”.
Merito di una scrittura di buon livello e di capacità interpretative non banali, aspetti che rendono “Hurt” un anthem di notevole efficacia e“Falling apart” un potenziale hit radiofonico, adatto alle heavy rotation contemporanee.
Meno caratterizzate e leggermente più retoriche appaiono la sinfonica “Straight through the heart” (pregevole, però, il lavoro di Westerlund) e la solo gradevole “Whenever I'm dreaming”, mentre “Do you believe” riprende a soggiogare adeguatamente i sensi in virtù di una linea melodica (con qualcosa degli Harem Scarem nell’impasto armonico) vincente e incisiva.
In conclusione, un ottimo esordio, oltremodo ammiccante e tuttavia sostenuto da una rilevante dose di classe e buongusto. Basterà per raggiungere il “successo commerciale” e alla lunga non stancare gli ascoltatori? Al pubblico la sentenza definitiva.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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