Solitary - The Diseased Heart Of Society

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:33 min.
Etichetta:Ukem Records

Tracklist

  1. BLACKENED SKIES
  2. WAIT 0
  3. TRIGGER POINT ATROCITY
  4. ANTHEM OF REGRET
  5. ARCHITECTS OF SHAME
  6. THE DISEASED HEART OF SOCIETY
  7. UNIDENITIFED
  8. THE WORDS DEFINE
  9. THE EDGE OF VIOLENCE
  10. HUMANITIES DECLINED

Line up

  • Peter Hewitt: bass
  • Roy Miller: drums
  • Andy Mellor: guitars (lead)
  • Richard Sherrington: vocals, guitars (rhythm)

Voto medio utenti

Volete sapere come deve suonare un thrash album? Non andate altrove, fermatevi qui … la risposta è “Solitary!” La band inglese ci regala una chicca che farà la gioia degli estimatori del Thrash d’alta scuola, dieci proiettili che coniugano in maniera perfetta il moshing anthraxiano con l’headbanging slayeriano, riuscendo a veicolare la rabbia e la passione, la furia e la tecnica, l’attitudine con la freschezza delle composizioni. Coadiuvati dall’ottima produzione a cura del producer Simon Efemey (Amorphis, Paradise Lost, Napalm Death etc ) i Nostri mettono in musica l’alienazione e la disperazione per il mondo che ci circonda, ben evidenziate sia dalla cover, che dai testi, che dal titolo dell’album “The Diseased Heart Of Society”. Partendo dal primo singolo estratto, la velocissima ”Unidentified” che ricorda “Gung Ho!” degli Anthrax, e passando per le thrasheggianti “Trigger Point Atrocity” e “The Edge Of Violence”, la mastodontica “The Anthem Of Revenge”, abbiamo una sezione ritmica al cardiopalma, precisa e potente, riff chitarristici velocissimi a mitraglia, stop&go, vocals rabbiose ma sempre intellegibili e soprattutto un songwriting che spacca i culi e che getta un’ombra su tutte le ultime uscite in ambito thrash anche di gruppi piu’ acclamati (Testament e Kreator inclusi !) per non parlare dei precedenti lavori degli stessi Solitary, surclassati da quest’album che rappresenta a pieno titolo la rinascita di una band fin troppo sottovalutata, e il loro manifesto ”I Promise To Thrash Forever” svetta alto. Da avere, consumare, possedere gelosamente ...
Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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