Copertina 6,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:48 min.
Etichetta:Despotz

Tracklist

  1. THE VENOMOUS
  2. METAMORPHOSIS DAY OF WRATH
  3. IN ABHHORRENCE
  4. AFFLICTION
  5. CATHARSIS
  6. BEMOAN
  7. THE BLOOD
  8. FROM ASHES ITNO STONE
  9. TRAIL OF GHOSTS
  10. DISTURBIA
  11. DESOLATION AND DISMAY
  12. DENIAL OF THE SOUL

Line up

  • Marios Iliopoulos: guitars
  • Anders Hammer: bass
  • Ronnie Nyman: vocals
  • Lawrence Dinamarca: drums
  • Magnus Soderman: guitars

Voto medio utenti

I Nightrage sono giunti al sesto album in studio e ne vanno fieri, sentendo le loro dichiarazioni a riguardo: ”we are the only cure to the poison we spit!
Nessun dubbio sulle capacità esecutive del combo che ci propone un death metal melodico, aggressivo e catchy allo stesso tempo. “Venomous” non è un album facile da assimilare, melodie ficcanti, chorus, batteria martellante e un riffama serrato fanno decollare un album che definirei “di maniera” seppur ben suonato e prodotto.
La titletrack si apre con un arpeggio e poi delinea una melodia molto facile con un chorus catchy, con la successiva “Metamorphosis” il ritmo aumenta decisamente e l’urlo growl iniziale ci fa presagire una delle canzoni piu’ dure dell’album. Il terreno del Death melodico è infido perché si rischia o di strabordare in un verso o nell’altro ( vedi In Flames diventati ormai quasi un gruppo pop-metal ), i Nightrage invece riescono a rimanere nel mezzo proponendo 12 canzoni che alternano melodie con violenza, accelerazioni con rallentamenti, aperture acustiche con sferzate metal. Pezzi come “In Abhorrence” , “Affliction” , “Catharsis” coniugano al meglio queste caratteristiche unendo anche qualche spunto classic metal nei riff delle chitarre (“From AShes Into Stone”), altrove (“Trail Of Ghosts”) sono i mid tempo a tenere banco. Chiude il lavoro uno strumentale “Denial Of The Soul” molto suggestivo, con arpeggi acustici, synth, parti elettriche ed un assolo centrale. Insomma questo “Venomous” farà la gioia di chi è stato deluso dall’ultimo In Flames e di chi ha visto una tardiva rinascita dei Dark Tranquillity ... e scusate se è poco.


Recensione a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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