Copertina 7

Info

Anno di uscita:2017
Durata:42 min.
Etichetta:Century Media

Tracklist

  1. DREAM OF THE INCUBUS
  2. DIE FOR MY SINS
  3. SOLDIERS OF STEEL
  4. DEATH RIDER / THIRD WAR
  5. WHITE RABBIT (JEFFERSON AIRPLANE COVER)
  6. ASCENSION TO DESTINY
  7. BATTLE ANGELS
  8. I AM INSANE
  9. VEIL OF DISGUISE

Line up

  • Dave Budbill: drums
  • Lenny Rutledge: guitars
  • Warrel Dane: vocals
  • Jim Sheppard: bass
  • Sean Blosl: guitars

Voto medio utenti

Dimenticate quel dischetto di "The Year The Sun Died", celebrato ritorno sulle scene uscito a ottobre 2014, accompagnato da grandi strombazzamenti e battage pubblicitario ma rivelatosi ben poca cosa. Tornate ora indietro agli esordi dei Sanctuary, a Refuge Denied, anzi, ancora prima.
Questo nuovo "Inception" è infatti un demo datato 1986 contenente gran parte delle canzoni che finiranno due anni più tardi sul debutto della band.

Allora, direte voi, che senso ha buttare fuori oggi questo prodotto tutto bello impacchettato con un libretto succulento pieno di foto ed informazioni e con un artwork inedito di Ed Repka? Perché giocare con i nostri sentimenti? Cosa avrà mai da dire di nuovo questa uscita?

Beh, da un lato c'è da tenere alta l'attenzione attorno al nome Sancturay, visto che a fine anno verrà rilasciato "Dead Again", nuovo album di inediti. Dall'altro c'è che queste tracce ripescate, ripulite e remixate da Christopher "Zeuss" Harris (Hatebreed, Queensryche) suonano maledettamente fresche, taglienti, energiche, sanguigne, ben più della versione definitiva riversata a suo tempo su "Refuge Denied". Ho sempre pensato che quel disco avesse una produzione troppo "pastosa", sentire ora tutta la potenza che sgorga da queste composizioni non può che accrescere il già alto valore di quel disco del lontano '88. Dane e Rutledge si sono davvero buttati con grande determinazione nell'opera di resurrezione del marchio Sanctuary e durante le registrazioni del summenzionato "disco del ritorno" hanno fatto anche qualcosa di buono, ovvero trovare queste tracce sepolte chissà dove. Ora, per forza di cose, il cantato di Warrel ci suona strano oggi, con tutte quelle influenze che vanno da Tate a Halford, passando per Midnight, quegli sforzi per raggiungere tonalità altissime senza ancora quella personalità che spunterà qualche anno più tardi e lo renderà davvero riconoscibile. Senza tutto questo, ma con una buona dose di ignoranza ed inesperienza, la performance del biondazzo di Seattle risulta sempre convincente, enfatizzata qui dalla produzione di cui parlavo poco fa. Una scelta di suoni che mette in primo piano il lato thrash/US power della band, ed anche nei due brani inediti (Dream Of The Incubus e I Am Insane) l'ugola di Warrel risulta molto tagliente e viscerale, mentre il basso di Jim rimane in primo piano e fa ben sentire la sua presenza, perfettamente incastrato nel riffing nervoso della coppia di chitarre. Due tracce, quelle "nuove", che non fanno gridare al miracolo ma che sono assolutamente all'altezza del resto del materiale e non dei semplici riempitivi. Canzoni solide e mai banali o piatte, già depositarie di quel seme che germoglierà completamente nelle release ufficiali. C'è spazio anche per una energica cover dei Jefferson Airplane (White Rabbit), presente anche su Refuge Denied ma qui ancora più cruda, a dimostrazione dell'ampio spettro di influenze e della miriade di idee che frullavano per la testa alla band.

Se conoscete ed amate i Sanctuary, date assolutamente un ascolto a questo "prequel" (se vogliamo chiamarlo così) della loro carriera, ne troverete intatta tutta la potenza.

p.s. Il voto è assegnato alla qualità della release, non al valore delle canzoni.

Recensione a cura di Francesco Frank Gozzi

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 10 mar 2017 alle 15:45

questo disco mi mette i brividi come 25 anni fa...vecchio atque nostalgico :D

Inserito il 10 mar 2017 alle 14:55

ma smettila di tirartela e torna a tempo pieno c***o.. ogni volta che ho tra le mani un disco death ho il terrore che tu possa leggere una mia recensione.. Gab tu non devi recensire dischi death ;-)

Inserito il 09 mar 2017 alle 16:48

@Gab, ahah che pirla :D Tutta questione di tempi. Dormo massimo 5 ore (non è che le altre le lavori per forza tutte, posso amche ammazzarmi di pippe, è sempre faticoso. È che son sempre incasinato) ma se mi date dell'extra time aggiungendo ore alla giornata, posso anche scrivervi prontuari, libri di puttanate tipo quello uscito da poco, come si chiama? Ah, "i 100 dischi power metal" mamma mia...

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