Copertina 9

Info

Anno di uscita:1985
Durata:37 min.
Etichetta:Columbia Records

Tracklist

  1. SAVE OUR LOVE
  2. EVERYBODY'S CRAZY
  3. CAN'T TURN IT OFF
  4. CALL MY NAME
  5. EVERYTIME
  6. DESPERATE HEART
  7. START BREAKING MY HEART
  8. YOU DON'T WANT ME BAD ENOUGH
  9. DON'T TELL ME IT'S OVER

Line up

  • Michael Bolton: vocals
  • Bruce Kulick: guitar
  • Dennis Feldman: bass
  • Mark Mangold: keyboards
  • Mark Raddice: keyboards
  • Allen St. John: keyboards
  • Peppy Castro: backing vocals
  • Terry Brock: backing vocals
  • Joe Cerisano: backing vocals
  • Neil Kernon: additional keyboards
  • Doug Katsaros: additional keyboards

Voto medio utenti

Nell'Aor c'è un prima e un dopo, il disco spartiacque di tutto per il sottoscritto è 'Escape' dei Journey, come per molti altri del resto.
Questo 'Everybody's Crazy' fa parte del dopo.

Poi c'è un prima e un dopo anche nella carriera di Michael Bolotin che è il suo vero nome con cui incise due album prima di far parte dei Blackjack.
Infatti i primi lavori erano ancora distanti dell'aor, infarciti di pop rock venato talvolta di blues e chi ricorda i Silver Condor dovrebbe sapere che siamo sulla stessa lunghezza d'onda, soprattutto per quello che concerne i Blackjack.
Poi 'Fool's Game' di 'Michael Bolton' dell'83 cambia tutto nel suono classico di Bolton sino ad arrivare a 'The Hunger', dopodiché il nostro deciderà di darsi unicamente al pop soul da classifica, e per i rockers rimarrà una perdita incolmabile, il suo timbro negroide non sarà più rimpiazzato.

'Everybody's Crazy' è da sempre considerato uno degli album più importanti di puro ed incontaminato Aor, un platter raffinatissimo ma niente affatto debilitato da sterili arrangiamenti e sotto l'epidermide formale di un'ampia melodia batte forte un mood rock'n'rollistico che ha fatto scuola.
Gli ospiti dell'album sono veramente tanti: Bruce Kulick, Chuck Burgi (Balance), Mark Mangold (Touch, Drive She Said), Peppy Castro (Balance), Joe Cerisano (Silver Condor, Blue Oyster Cult ), Neil Kernon, Doug Katsaros (Balance), sono solo alcuni nomi che mi va di segnalarvi tra i più significativi.
Puro Aor si diceva, ma con robuste intelaiature; ad esempio la title track non è meno roboante delle cose fatte dai Kiss nello stesso periodo.
'Save Your Love' inaugura invece l'album con un refrain immediato e di grande suggestione, di quelli che si stampano in testa e non escono più.
Neil Kernon che produce anche l'album si rende protagonista di argute soluzioni cosicché anche 'Can't Turn It Off', puntellata da tastiere stellari, è da consegnare agli annali del genere. 'Call My Name', per mezzo anche del sax, preannuncia il tema caldo di 'The Hunger' ( la canzone ) trasformandosi in una semi ballad sensazionale.
'Start Breaking My Heart' è semplicemente 'la' canzone Aor per antonomasia, difficile raggiungere tale equilibrio di componenti tra melodie svettanti e rock battente, particolarmente indicata a chi ha apprezzato i primi Bon Jovi.
'You Don't Want Me Bad Enough' e 'Don't Tell Me It's Over' suggellano l'album, ancora giocato sull'aor cromato: una musica che per chi scrive è talmente classica da non avere un tempo di scadenza, come invece qualcuno oggi vorrebbe farvi credere!

La cosa incredibile è che, a differenza del citato Bon Jovi, 'Everybody's Crazy' non riuscì a scalare le classifiche e visto la stratosferica bontà della canzoni rimane un mistero, anche perché perfettamente in linea con il suono targato '85 ancora oggi, ribadisco, freschissimo.

E forse spiega anche la svolta pop di Micheal Bolton.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

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