Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:38 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. HUSH LITTLE BABY
  2. REPTILIAN
  3. PSYCHOSILENCER
  4. FORGIVE ME FATHER
  5. LEATHERFACE
  6. DER DOPPELGAENGER
  7. NECROBREED
  8. MONSTERS MAKE MONSTERS
  9. CUM WITH DISGUST
  10. VERSIPELLIS
  11. REEKS OF DARKENED ZOOPSIA
  12. MASS GRAVE

Line up

  • Julien Truchan; vocals
  • Pierre Arnoux: bass
  • Emmanuel Dalle: guitars
  • Romain Goulon: drums
  • Fabien Desgardins: guitars

Voto medio utenti

Ottavo album per i francesi Benighted, ennesima certezza dal gruppo di Saint-Etienne che ci delizia con una bomba death/grind, il disco perfetto per il fruitore di musica estrema acculturata, che si eleva dalla fetida massa e dalle mode, con il risultato finale di un mix equilibratissimo tra ritmiche e riffs letalmente death metal, accelerazioni e blastbeats in piena salsa grindcore, così come il doppio scream/growl alternato, che conferisce ancor più dinamismo a questo "Necrobreed", un album che suona maledettamente moderno ma tenendo ben saldi tutti gli stilemi degli anni '80 e soprattutto '90.

Rispetto al recente passato ci sono meno sperimentazioni, meno momenti in cui dare spazio a contaminazioni rap, punk o altro, certo stiamo comunque parlando dei Benighted, una formazione con il cervello perennemente su ON, quindi non una band che abbassa la testa e pesta di doppia finchè non è finito il nastro, ma in ogni caso "Necrobreed" ci ripresenta una band che pensa essenzialmente a come suonare "straight in your face" e quando possiamo parlare di qualche influenza andiamo comunque a metter su cori di ribellione urbana a-là-Biohazard, come sul finale di "Psychosilencer", od in ogni caso inserimenti prettamente di scuola HM, quando più thrashosi, quando più brutal in senso stretto ("Forgive Me Father" sembra tratta da qualche efferata traccia dei Broken Hope), quando più squisitamente e meramente death metal, vedi l'apertura affidata ad una spaccasassi magistrale come "Reptilian".

Schegge di lucida follia che viaggiano sulla media di 3 minuti a brano ci portano velocemente ai 38 minuti di durata, tra echi dei Napalm Death più asettici di Utopia Banished e risvolti gore di "Leatherface", un brano che avrebbe fatto la felicità dei Disgorge, così come buona parte del resto del platter.

Due cose da segnalare, prima dell'ovvia conclusione con raccomandazione di acquisto per un disco che, avrete capito, è splendido: in primis, alla batteria c'è Romain Goulon dei Disavowed e non dico altro, in secundis la produzione è strappapelle.

Probabilmente il disco più efferatamente creativo mai inciso dai Benighted: solo per cervelli attivi.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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