Copertina 7,5

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2017
Durata:40 min.
Etichetta:Unique Leader

Tracklist

  1. BEAST INCARNATE
  2. THE HORROR BREATHES
  3. CROSSING THE HOUSE OF KNIVES
  4. REIGN OF THE HEADLESS KING
  5. THE BLACK DEATH
  6. CURSED MEDITERRANEAN
  7. FID-DLAM TA' DEJJEM
  8. PUNISHMENT OF THE GRAVE

Line up

  • Omar Grech: guitars
  • Frank Calleja: vocals
  • David Cachia: bass
  • Davide Billia: drums
  • Simone Brigo: guitars

Voto medio utenti

Quinto album per i veterani Beheaded, alfieri di un death metal efferato e brutale ed al contempo tecnico ma senza essere cervellotico, che da quasi TRENTA anni ci propongono musica di qualità con continuità e dedizione.

Mi sembra ieri che ascoltavo il loro fenomenale debutto "Perpetual Mockery" del 1998, uscito all'epoca per X-treme Music, e di quella formazione sono rimasti solo i portabandiera del quintetto di Malta, ovvero il bassista David Cachia ed Omar Grech alla chitarra, ma ogni loro uscita negli anni fino ad arrivare al loro nuovo "Beast Incarnate", ancora una volta sotto l'egida della californiana Unique Leader, è sempre stata contraddistinta da un equilibrio difficilmente riscontrabile, specialmente nella musica estrema.

Il death metal dei Beheaded è "il giusto" in tutto: veloce il giusto, intricato il giusto, feroce il giusto, melodico il giusto, così come la voce, brutale il giusto ed ogni altro aspetto. Fenomenali nelle partiture veloci, come l'eccezionale opener che da' il titolo al disco, così come davvero convincenti nei brani più agonizzanti, vedi "The Black Death", i nostri riescono a dare varietà ed alternanza ai vari pezzi, farcendoli peraltro di assoli di ottima fattura che sono una marcia in più per questo meraviglioso album, valorizzati da una produzione decisamente sopra le righe di cui segnaliamo il mixing/mastering ad opera di Ronnie Björnström negli svedesi Enhanced Audio Productions.

Ogni riff, ogni passaggio, ogni accelerazione è perfettamente riconoscibile, contagiosa e mozzafiato, ed in questo li trovo decisamente migliorati, forse addirittura più accessibili anche a chi fa fatica a metabolizzare il brutal death più tecnico, tanto che personalmente toglierei l'etichetta "brutal" dalla loro musica, e tanto per essere chiari questo lo dico con accezione positiva: "Punishment of the Grave" è l'ultima certezza di un disco che accogliamo con malcelata soddisfazione.

Il 2017 è appena iniziato ma già sappiamo che "Beast Incarnate" ne rappresenterà al meglio il lato estremo.

Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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