Copertina 7

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2005
Durata:43 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. THE HAUNTED HILL
  2. HIGHER THAN LIFE
  3. MERLIN
  4. ACROSS THE SKY
  5. HOME
  6. THE SERPENT KING
  7. RAGE DIVINE
  8. CURSE AND DAMNATION
  9. SYMPHONY OF THE NIGHT

Line up

  • Simon Åkesson: vocals
  • Joakim Wiklund: guitars
  • Pontus Åkesson: guitars
  • Markus Sundquist: keyboards
  • Stefan Widmark: bass
  • Tyler Voelz: drums

Voto medio utenti

Erano poche le prospettive iniziali di fronte a "Symphony Of The Night", album di debutto per i Nightscape: la scelta del nome adottata da questi svedesi e lo stesso titolo del disco non sembravano, infatti, preludere a chissà quale sforzo d'originalità. Ed invece l'album si fa ascoltare con piacere, per le scelte, azzeccate, di evitare le leziosità e di esagerare nelle fughe tipiche del Power Neoclassico, iniettando piuttosto una robusta dose di energia e di freschezza all'interno dell'album. Qualche canzone se ne avvale in maniera minore (vedi "Across the Sky" o "Home") ma la maggior parte si rivela frizzante ("The Haunted Hill") e godibile ("Higher Than Life"). Già, il power metal proposto dai Nightscape è discretamente helloweeniano, grazie a canzoni che, spesso e volentieri, scorrono via a velocità sostenuta, e sopratutto Simon Åkesson si rivela un singer brillante, con un'ugola paragonabile a quella di Sammett o di Kotipelto, e dotato di una convinzione ed un piglio invidiabile, e pure in grado di arricchire la propria voce con diverse sfumature, come dimostra su "Merlin", un brano dove anche Markus Sundquist da un saggio della propria bravura alle prese con i tasti d'avorio. Basso e batteria fanno discretamente il loro lavoro "oscuro", mentre le chitarre sono brave sia negli intrecci con le tastiere, sia quando hanno l'intera scena a loro disposizione. I Nightscape hanno poi saputo ben sostenere il tutto con una produzione nitida e potente, di cui si sono presi personalmente cura.
"Symphony of the Night" ha una partenza sparata, con la doppietta "The Haunted Hill" e "Higher Than Life" che tiene alta la tensione, per arenarsi un po' nelle parte centrale, quando tocca all'inconsueta "Home" (dalle atmosfere simil AOR) ed a "The Serpent King" (comunque impreziosita dagli ottimi assoli di Joakim Wiklund). L'album si rimette poi in carreggiata con "Rage Divine" (che ricorda i primi Nocturnal Rites) e non accenna a sbandare nemmeno con l'ambiziosa "Curse And Damnation", per terminare la corsa con la titletrack, la canzone più vicina agli Helloween (quelli del periodo Kiske) del disco, paragone evidente sopratutto nel refrain, dato che le fughe strumentali ricordano maggiormente quelle degli Stratovarius.
Un buon debutto che apre interessanti spiragli sul futuro di un gruppo che sembra davvero in grado di dire la sua. Li aspetto al varco... e mi auguro possano confermare la fiducia che sto riponendo in loro.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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