Copertina 8

Info

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Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2014
Durata:38 min.

Tracklist

  1. VOLA
  2. IL BIVIO
  3. IL CRITICO, IL PROFANO E L'ARTISTA
  4. IL NUOVO POTERE
  5. QUESTA SANTA UMANITÀ
  6. MATERIA E VITA
  7. LENTI PASSI
  8. SOPRAVVIVERE

Line up

  • Enrico Nesi: vocals
  • Cristian Dima: bass
  • Nicola Cambri: synth, hammond, mellotron
  • Alessandro Capanni: drums
  • Simone Batignani: congas, bongos, udu, jamblocks
  • Fabrizio Biscontri: guitars

Voto medio utenti

C’è chi sente il bisogno di riempire il proprio disco (se non due) fino all’orlo della capienza fisica e a chi, invece, bastano solamente 38 minuti per dire tutto il necessario, come in "Vola", opera prima dei Mosaico, band di Grosseto, formatasi agli inizi del 2000 e arrivata al debutto solamente nel 2014, dopo vari cambi di formazione.
Dicevamo del minutaggio, che è quello dei vecchi vinili che si mantenevano mediamente nei 40 minuti, ma i Mosaico si rifanno al passato non solamente nel formato, ma anche nel sound, fortemente ancorato alla tradizione del rock progressivo italiano degli anni ’70 e al cantautorato colto.
Bastano infatti pochi secondi per rendersi conto che Enrico Nesi, cantante, leader e autore principale, è ispirato fortemente da Fabrizio De Andrè, con una timbrica calda, quel cantare quasi recitato e con testi che seppur non originalissimi (ipocrisie umane, materialismo e consumismo, la follia della guerra, le scelte dinanzi ad un bivio, il potere dei media, il ruolo dell’arte per un artista) spesso si lasciano andare a licenze poetiche. Il tastierista Nicola Cambri è invece l’anima progressive, quello che con i suoi interventi di tastiere puntella e cambia marcia all’andamento dei brani, di durata contenuta, sempre in equilibrio tra pop raffinato e progressive d’annata. Alla chitarra troviamo Fabrizio Biscontri che, come da tradizione, riveste un ruolo secondario rispetto all’apporto delle tastiere, ma i cui interventi seppur brevi, sono sempre fatti con grande gusto. Completano la formazione Cristian Dima e Alessandro Capanni, rispettivamente basso e batteria, mentre Simone Batignani è il percussionista nonché coautore e fondatore della band insieme a Nesi.

L’equilibrio è quindi il leit motiv di questo disco, come in "Il Bivio", "Il Nuovo Potere" e "Materia e Vita", che pescano a piene mani dal sound tipicamente PFM e Banco ma con una rara abilità di sintesi, capace di piacere anche ai non avvezzi ai barocchismi e agli eccessi tipici del genere. Nella title track, ad una metà del brano sostanzialmente orientata a sonorità pop, corrisponde una seconda metà in cui Cambri passa al comando dettando un’irresistibile cavalcata a base di Moog, assecondato dal resto della band. "Sopravvivere" è invece puro jazz rock in cui largo spazio viene lasciato all’utilizzo del sax, suonato dall’ospite Aldo Milani. "In Lenti passi" è l’anima pop a prendere il sopravvento, con un’attitudine quasi sanremese, ma di quella qualità che, di tanto in tanto, anche la nazionalpopolare kermesse sonora sa regalare. In "Il Critico, il Profano, l’Artista" e "Questa Santa Umanità" le influenze di De Andrè diventano preponderanti e le sonorità a cavallo tra folk e progressive, enfatizzate dalla fisarmonica suonata dallo stesso Cambri, non possono non richiamare i felici arrangiamenti con cui la PFM trasformò i classici di Faber nei concerti del 1979.
Cosa poi da non sottovalutare è che, pur essendo un’autoproduzione, "Vola" gode di una registrazione professionale che ne enfatizza l’anima seventies ma senza farlo apparire datato.

E’ con colpevole ritardo che ci accorgiamo dell’esistenza di questa interessante band e l’augurio è che possano tornare presto con nuovo materiale per confermare e, perché no, ulteriormente migliorare quanto di buono espresso all’esordio. Nel frattempo il consiglio è di approfittarne e farlo proprio, visto che è disponibile sulla loro pagina Bandcamp ad offerta libera.


A cura di Antonio Cristiano

Recensione a cura di Ghost Writer

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 gen 2017 alle 10:32

Bhe, una descrizione lucidissima, ottimo davvero. Non mi attira moltissimo il riferimento a De Andrè, lo ammetto, ma da quanto hai scritto c'è più di un elemento che potrebbe interessarmi: non li conoscevo e vado a rimediare.

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